Allarme rapine nei supermarket | “Noi dipendenti come in trincea”

di

28 Febbraio 2015, 06:30

5 min di lettura

PALERMO – Un coltello puntato allo schiena. Sorpreso alle spalle quando la fila alla cassa è ancora lunga e manca soltanto mezz’ora alla chiusura. Quando si abbasseranno le saracinesche potrà tornare a casa, riabbracciare la moglie e i suoi due bambini di cinque ed otto anni. Sempre che vada tutto bene. Già, perché il supermercato in cui lavora viene preso d’assalto dai rapinatori con una frequenza preoccupante. “Sembra il loro bancomat”, dice sconfortato. Lui, 42 anni, è dipendente di una catena di supermercati che in città ne ha visto di tutti i colori: i malviventi si presentano quasi sempre armati di pistola o di coltello e recentemente sono passati all’azione anche impugnando delle mazze. Pochi spiccioli o bottini d’oro non fa differenza: il terrore vissuto in quei momenti è sempre lo stesso e pietrifica chi lo prova.

“Già – racconta – impossibile abituarsi o restare tranquilli. Apparentemente si mantiene la calma per non provocare conseguenze più gravi, ed è inutile tentare di fare gli eroi. Ma contro la paura non si può fare nulla. L’ultima volta mi hanno minacciato con un coltello. Lo tenevano poggiato sulla mia schiena. Ho temuto per il peggio. Il cassetto del registratore di cassa era aperto perché c’erano ancora diversi clienti e quindi hanno arraffato tutti i soldi, circa quattrocento euro e dopo essersi guardati intorno sono scappati. Chi si trovava qui è andato via sconvolto – aggiunge – e non possiamo biasimare nessuno. E’ inevitabile che se questi episodi si ripetono così spesso diventano un problema per i clienti, che cominciano a non sentirsi più al sicuro. Se consideriamo che questa gente non si ferma davanti a nulla, anche di fronte alla presenza di anziani e mamme coi bambini, possiamo parlare di una vera e propria emergenza”.

Della stessa opinione è l’impiegato di un punto vendita “Ferdico” del centro città, dove due malviventi con il volto coperto hanno puntato la pistola contro una sua collega che quindici giorni fa si trovava alla cassa. “Lei lavora qui da poco – racconta – e non è stato un bell’inizio. Io ero in reparto quando ho capito che qualcosa non andava. La paura tra i clienti che avevano già visto quei due ragazzi incappucciati è stata subito tangibile. Poi quella pistola, puntata dritta in faccia alla collega. Hanno preso i soldi in pochi secondi, ma per noi quei momenti sono stati interminabili”.

Insomma, una giornata di lavoro qualunque può trasformarsi in un’impresa a Palermo. L’incubo-rapina nei supermercati e nei centri commerciali non riguarda soltanto i clienti, come ha già raccontato LiveSicilia dopo l’ennesimo colpo al centro commerciale “Conca d’Oro” dello Zen, ma anche chi ogni giorno sta dietro quei banconi, lavora tra gli scaffali o si occupa delle casse nei grandi centri di distribuzione. Coloro che si definiscono “in trincea”, gli stessi che sotto la minaccia di un’arma vengono messi con le spalle al muro: “In quei momenti non si può far nulla – dice un cassiere di 36 anni che lavora presso l’ipermercato del centro commerciale Forum, a Brancaccio. Qui per fortuna non è mai successo, ma quando lavoravo da Auchan, alcuni anni fa, ho provato sulla mia pelle un grande senso di impotenza. In questo centro commerciale, purtroppo, si sono verificate due rapine che hanno preoccupato un po’ tutti. Ma contiamo in una maggiore efficienza dei controlli all’esterno da parte delle forze dell’ordine ed ovviamente anche in quella interna, effettuata dai vigilantes”.

Articoli Correlati

L’impiegato si riferisce al maxi colpo da settantamila euro messo a segno la vigilia dell’Epifania da “Cisalfa Sport” e alla rapina al McDonald’s, preso di mira soltanto pochi giorni dopo l’apertura. “Sì, ho saputo quello che è successo – dice Maria Rosaria Di Stefano, che si trova al fast food coi suoi due bambini – ma abito nella zona di Ciaculli e venire qui per noi è molto comodo. Speriamo che non accada più, non possono prendere d’assalto i posti in cui si trovano anche dei bambini”.

“La verità – dice il commesso di un negozio di abbigliamento del Conca d’Oro – è che siamo tutti in guerra. Una guerra perenne tra chi si sacrifica lavorando anche più del dovuto per portare il pane a casa e tra chi cerca i soldi facili. Nell’attività commerciale in cui lavoro si sono spesso verificati dei furti, l’altro giorno abbiamo sorpreso un ragazzo che non aveva nemmeno diciotto anni mentre tentava di infilare in tasca una cintura di quindici euro. Ormai si rischia per pochi spiccioli, ma rischiamo anche noi che possiamo assistere ad episodi del genere, ma anche ad azioni più violente, come quella di un anno e mezzo fa che ha sconvolto tutti”.

Quel giorno un uomo fu picchiato, scaraventato a terra nell’area esterna. Si trattò del corriere che aveva prelevato l’incasso di diciotto mila euro del Burger King dello stesso centro commerciale e quello del fast food del “Poseidon” di Carini: stava per andare a versare il denaro in banca quando fu assalito da quattro malviventi. Le indagini della polizia hanno condotto a quattro giovani arrestati pochi giorni fa, ma la paura non è andata via. “Non voglio dare la colpa alla zona – dice la dipendente di un negozio di articoli per la casa – perché accade qui allo Zen come a Brancaccio o a Borgo Nuovo, ma di certo questa città non sta attraversando un periodo felice. Io ho paura di andare in macchina, attraverso l’area del parcheggio con una sensazione di angoscia che raramente avevo provato nella mia vita. Purtroppo chi vuole agire, sa quando farlo. Per questo non ci resta che aggrapparci alla speranza e, perché no, alla fortuna”.

Pubblicato il

28 Febbraio 2015, 06:30

Condividi sui social