Ancora sulla vignetta di Vauro

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12 Ottobre 2009, 00:31

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Dunque, come ha scritto qualcuno, l’indecenza sarebbe solo nostra. Anzi, di chi scrive. Perché chi scrive ha scritto che una certa vignetta di Vauro era una “porcata”, proprio un’indecenza. Quale vignetta? Quella, ormai celebre per i lettori di livesicilia, che ritrae Berlusconi ghignante e vestito da pompiere. Un Berlusca stanco di “fare lo show” del terremoto e proteso verso il palcoscenico del dolore di Messina. Dice il Berluschino dello schizzo che lui si è rotto ormai delle scene abruzzesi. Si cambia sceneggiata.
Ora, molti ci hanno fornito appoggio e consenso: anche a loro la satira di Vauro è apparsa fuori registro e pretestuosa. Che bisogno c’è di prendere a prestito i morti, di profanare il decoro del lutto, per attaccare Berlusconi? Altri non l’hanno colta bene. Ci (mi) hanno accusato di essere per l’appunto indecenti e berlusconiani. Noi non avremmo capito il succo. Vauro non ce l’aveva mica con i morti di Messina. Stigmatizzava Berlusconi che – a suo parere – sfrutta, lui sì, perfino lo strazio per apparire e fare incetta di immagine. Sarà giusto, sarà sbagliato? Noi ribadiamo alcuni punti che teniamo per fermi.

1) La satira non deve essere censurata. Però non ha il diritto specialissimo di dire e fare ciò che vuole, senza pagare il dazio di una critica aspra. Non esiste un salvacondotto specifico. Ed è strano che gli assertori della massima libertà d’espressione vogliano tutti gli altri genuflessi e ammutoliti al cospetto di un qualunque Vauro. Davvero non  notate le contraddizioni?

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2) Davvero, nella tragedia di Messina – con le accuse di abusivismo etc, etc – la cosa più importante è (era) il presunto cinismo del premier? Ma è mai possibile che le avventure in codesto reame debbano per forza avere Berlusconi come unità di  misura e protagonista, pure quando non ci azzecca? Oltretutto, i suoi oppositori gli fanno pure un favore grande grande perché lo rendono indispensabile a tutti e a tutto, pure nell’odio.

3) Sì, l’odio. Berlusconi si può apprezzare e si può criticare. Altra cosa è la voglia di cancellazione, di eliminazione fisica, che abbiamo avvertito in certi commenti. E questa linea noi non la possiamo seguire. Nemmeno in omaggio a una vignetta che non fa ridere. R.P.

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12 Ottobre 2009, 00:31

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