Anno nuovo, trivelle nuove |Ricerche di petrolio a Gela e in mare - Live Sicilia

Anno nuovo, trivelle nuove |Ricerche di petrolio a Gela e in mare

Due nuove licenze sono state richieste dall'Enimed nella zona del Petrolchimico. E Schlumberger effettuerà nuove perforazioni al largo di Pantelleria.

Idrocarburi
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PALERMO – Anno nuovo, trivelle nuove. Dall’assessorato regionale al Territorio e ambiente sta per arrivare il via libera a due ulteriori autorizzazioni per ricerche petrolifere in territorio di Gela. Le richieste sulla scrivania di Maurizio Croce arrivano dalla Enimed, società che nei mesi scorsi aveva presentato un piano di rilancio ad hoc proprio per gli impianti del comune nisseno. E si tratta di autorizzazioni che saranno inevitabilmente accolte dal governo regionale perché “fanno parte del protocollo Eni firmato nel 2014 per salvare i posti di lavoro della raffineria”, hanno spiegato dall’assessorato all’Ambiente al quotidiano “la Repubblica”.
Così si apre il 2016, con la conferma che la Sicilia è ormai diventata un punto di riferimento per le compagnie petrolifere. E le trivelle sembrano destinate a moltiplicarsi. Non soltanto sulla terraferma. A far gola alle multinazionali è soprattutto il Canale di Sicilia. Proprio nel mare di Pantelleria, il ministero dello Sviluppo economico ha recentemente autorizzato la società Schlumberger ad allargare il raggio di ricerca ed effettuare nuove perforazioni.
Iniziano così a trovare conferma nei fatti le parole rilasciate da Rosario Crocetta a Presa Diretta nel febbraio dello scorso anno. Il governatore prevedeva “un aumento delle trivellazioni” perché “chiunque ha una ricchezza la utilizza. Contrastare l’estrazione di petrolio siciliano – spiegava Crocetta ai microfoni di Rai Tre – non raggiunge nessun obiettivo, se non quello di danneggiare ulteriormente l’occupazione e lo sviluppo economico della Sicilia”.
Orientamento confermato dalla maggioranza anche all’Ars, che ha respinto l’adesione al gruppo di Regioni che hanno proposto il referendum abrogativo delle norme nazionali su autorizzazioni ed espropri per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo, previste nello ‘Sblocca Italia’ di Renzi e nel decreto Sviluppo. La strada sembra tracciata, insomma. Ed è perforata dalle trivelle.

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