PALERMO – In nove finiscono sotto processo, ma davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta non regge l’ipotesi di associazione a delinquere. Reggono le ricostruzioni di alcune truffe, altre sono cadute, e di turbativa d’asta negli appalti all’aeroporto di Palermo. Assolto Dario Colombo (difeso dall’avvocato Giuseppe Oddo), ex amministratore delegato di Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone e Borsellino.
Il prossimo primo ottobre inizierà il processo in Tribunale per l’ex direttore generale Carmelo Scelta, per l’ex responsabile area Progettazione, Giuseppe Listro, per il professore universitario Giuseppe Giambanco, per gli gli imprenditori Stefano Flammini, Renato Chiavaroli, Sergio Gaudiano, Alessandro Mauro e Carlo Vernetti, e per il pilota Filippo Antonio Capuano.
Sotto l’amministrazione del vecchio management, la Gesap oggi è parte civile, sarebbero stati assegnati incarichi e consulenze in maniera diretta. Senza cioè bandire una gara pubblica. La parola d’ordine era “parcellizzare”. La legge prevede che se un progetto supera i 211 mila euro per affidarlo bisogna bandire una gara pubblica. Al di sotto di questa cifra può procedere con una trattativa negoziata, raccogliendo più offerte in modo da potere scegliere la più conveniente. Oppure, sotto la soglia dei 40 mila euro, si può procedere con un affidamento diretto.
È per questo che i progetti, così ricostruirono gli agenti della sezione Anticorruzione della squadra mobile, sarebbero stato spezzettati. Quello per l’ammodernamento della hall arrivi era stato diviso in 117 micro progetti per un costo complessivo di 11 milioni di euro. Quando il nuovo management di Gesap decise di azzerare tutto e ripartire da zero affidò il progetto ad un’unica società che presentò una fattura di appena 188 mila euro.
Il professore Giambanco, docente alla facoltà di Ingegneria di Palermo, è accusato di truffa perché avrebbe ottenuto consulenze da Gesap “nascondendo” all’Università di esercitare la libera professione. I legali di Scelta, gli avvocati Giovanni Di Benedetto, Enrico Sanseverino e Fabio Ferrara “prendono atto con soddisfazione del proscioglimento del loro assistito da tutte le ipotesi di truffa e dall’associazione a delinquere (resta in piedi l’ipotesi di turbativa d’asta ndr), fattispecie di reato quest’ultima utilizzata per svolgere intercettazioni per oltre cinque anni a carico di Scelta e che ha comportato il protrarsi di re mesi della custodia cautelare, rivelatasi sul punto oggi sine titolo”.