Il coltello di San Fratello, smartphone d'un tempo e materia da collezionisti

Il coltello di San Fratello, da smartphone d’un tempo a materia da collezionisti

Il racconto della famiglia Versaci, tra tecniche di lavoro meticolose e una passione da tramandare

Qualcuno ha detto che il coltello è lo smartphone di cento anni fa. Lo si dava al giovane quando iniziava a diventare uomo e tutti ne portavano uno in tasca. Oggi questa tradizione centenaria è mutata. È diventato interesse per un numero crescente di collezionisti ed appassionati e in Sicilia vive ancora nelle fucine dei pochi fabbri che ancora sanno realizzare un coltello. Fra le tradizioni che più si sono conservate c’è quella del coltello di San Fratello, cittadina in provincia di Messina. Una tradizione che rimane in vita grazie ad alcune famiglie di artigiani, fra cui la famiglia Versaci.

Come sempre accade nell’Isola, parlare di una storia artigianale vuol dire scegliere una manifestazione territoriale di un’identità più vasta. E a metterlo in chiaro è lo stesso Antonino Versaci, terza generazione di artigiani del coltello sanfratellano, dopo il padre Filadelfio e il nonno Antonino. “In Sicilia – spiega – esistevano tantissimi coltelli tradizionali ed innumerevoli varianti”. Fra di essi, quello del paese in provincia di Messina si è conservato con maggiore resistenza, sicuramente anche grazie alla passione di Antonino che da oltre 20 anni ha ripreso a tramandare l’antica tradizione di famiglia.

il coltello di san fratello

Il fascino dell’antico: nessun processo industriale

Quella del coltello sanfratellano diventa appunto una storia familiare tramandata di padre in figlio. Non c’è processo industriale. Tutto è fatto a mano con le antiche tecniche di lavorazione tramandate di generazione in generazione dai fabbri del paese.

Il coltello, d’altronde, era il fiore all’occhiello di una produzione più ampia: una delle tante produzioni del mestiere del fabbro, il mestiere del nonno di Antonino e di suo padre. Per lui rimane una passione che si accompagna a un altro lavoro. “Per poterci vivere occorrerebbe aumentare la produzione e quindi abbandonare le tecniche tradizionali – spiega –. Realizzare un coltello richiede un giorno di lavoro. Ho deciso di continuare a farlo mantenendo vivo il fuoco che rende ogni coltello un oggetto unico e quindi espressione massima dell’artigianalità”.

Nel passato ogni coltello nasceva con forme e misure diverse a seconda del tipo di uso che se ne sarebbe fatto. Fra questi il coltello sanfratellano era prodotto per accompagnare il pastore o il contadino nel lavoro, ed era – ed è – soprattutto tascabile.

Nella tradizione siciliana ci sono però anche altri generi di coltello, come quelli da duello o da difesa che venivano utilizzati nei duelli d’onore o per difendersi dal brigantaggio.

La genesi del coltello di San Fratello

Come nasce il coltello sanfratellano è Antonino Versaci a raccontarlo. “La tempra, secondo la tradizione, si effettuava basandosi sul colore che assumeva l’acciaio riscandandolo”, racconta. Oggi ci sono attrezzature che consentono di effettuare in controllo della temperatura, ma nella tradizione Sanfratellana è il fabbro che, grazie alla sua esperienza, capisce quando è il momento giusto per ottenere una buona tempra.

coltello di San fratello

Tutto partiva dalla forgiatura. Attraverso questa cui il fabbro modellava le lame dei coltelli partendo da materiali di scarto delle lavorazioni più grandi. Non c’era quindi la possibilità di scegliere il materiale. Si lavorava l’acciaio al carbonio, non essendoci ancora l’acciaio inox. “La forgiatura era fondamentale per la realizzazione della forma”, spiega Versaci: “La limatura di definizione, infatti, era fatta a mano e così, meglio si forgiava meno si sarebbe limato”.

Il coltello veniva forgiato e poi assemblato. Si sceglieva il corno e lo si applicava sul manico. Prima però veniva realizzata la tempra per dare resistenza alla molla interna e una buona capacità di taglio alla lama. Infine, si affilava la lama con la pietra ad acqua.

Ogni coltello artigianale si può definire un pezzo unico. La particolarità del coltello di San Fratello sta sicuramente nella semplicità e robustezza. L’impugnatura veniva realizzata lavorando le corna soprattutto bovine, dopo la macellazione. “Nei periodi di magra di materiale però veniva usato anche altro come l’ottone”. 

Questa antica tradizione familiare quindi continua a vivere. Fra innovazione, tradizione e tanta passione. Una passione che Versaci riesce a trasmettere anche attraverso il logo della sua famiglia. “È il marchio che mio nonno utilizzava per gli animali. Io ho deciso di utilizzarlo per marchiare le mie lame” racconta: “un cuore sovrastato da un giglio e con l’iniziale ‘A’ centrale, che racconta miracolosamente la nostra identità e la nostra passione”.

coltello di san fratello
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