09 Novembre 2019, 18:30
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PALERMO – Si scrive Sicilia e si legge Catania. Da quando Nello Musumeci è presidente della Regione, è cresciuto il numero di uomini del capoluogo e della provincia etnea ai vertici della Regione, delle società partecipate. E non solo. Catania al centro di tutto. Anche se si parla di manifestazioni, opere e attenzioni a quel territorio.
La giunta parla catanese
Su dodici assessorati, provengono dall’Est della Sicilia in sette. Cinque sono catanesi. E se si considera che uno, Alberto Pierobon, è di origini venete, alla Sicilia occidentale ne rimangono quattro. Sono catanesi gli ultimi due arrivi nella giunta di Nello Musumeci: Manlio Messina, assessore al Turismo nominato in quota Fratelli d’Italia e l’assessore alla Famiglia e al Lavoro Antonio Scavone. In quest’ultimo caso non si tratta soltanto di un uomo dalle origini etnee. Scavone, infatti, è da sempre uomo vicino a Raffaele Lombardo, l’ex presidente della Regione di Grammichele, in provincia di Catania, che sembra non essere del tutto ininfluente e neutrale rispetto agli assetti dell’attuale esecutivo.
Fin quando deterrà l’incarico ad interim Musumeci, sarà catanese l’assessore ai Beni Culturali così come Marco Falcone, assessore alle Infrastrutture espressione di Forza Italia. Infine, è sempre d’origini etnee Ruggero Razza, braccio destro di Musumeci, a cui il governatore non a caso ha dato una delle deleghe di primissima importanza: quella alla Salute. Cinque poltrone in giunta ai catanesi, quindi. A fronte dei tre assessorati guidati da palermitani (Gaetano Armao, Roberto Lagalla e Toto Cordaro).
Le nomine nel sottogoverno
Anche molti enti del sottogoverno regionale siciliano sono guidati da uomini che provengono da quell’area. Il discorso vale per le società partecipate più rilevanti. È di Catania Giacomo Gargano presidente dell’Irfis, l’istituto di credito della Regione. Gargano è anche il coordinatore della segreteria tecnica di Musumeci. Non finisce qui. La provenienza etnea accomuna infatti il presidente dell’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, Gaetano Tafuri, il presidente di Riscossione Sicilia, Vito Branca, l’amministratore unico di Sicilia digitale, Carmine Canonico, e Roberto Sanfilippo fedelissimo del governatore e presidente del Cefpas, l’ente che si occupa della formazione dei medici e che negli ultimi mesi, diventando oggetto di numerosi interventi, ha assunto importanza crescente.
Anche a capo della burocrazia regionale, in alcuni dipartimenti chiave, ci sono uomini d’origine catanese. È il caso del direttore del dipartimento all’Energia Tuccio D’Urso e del dirigente generale della struttura addetta ai Rifiuti Salvo Cocina. Così è anche per Salvatore Lizzio, capo del dipartimento tecnico regionale, una struttura apparentemente secondaria ma centrale nell’operato del governo Musumeci. Proprio questa struttura infatti sovrintende agli uffici del genio civile provinciale e agli Urega, gli uffici delle gare.
Grandi opere ad oriente
Proprio a proposito di lavori pubblici più volte l’esecutivo regionale ha fatto emergere la sua attenzione per le opere collocate ad oriente della Sicilia. Una prima questione riguarda proprio la strategicità che viene riconosciuta al Cas che gestisce solo infrastrutture orientali. Poi c’è il forte impegno per la Ragusa-Catania e per la Circumetnea.
Eventi e simboli
Nel governo di Nello Musumeci gli aspetti simbolici e formali non sembrano essere di secondo piano. E così sempre parlando di trazione catanese non passa in secondo piano l’uso che il governatore è tornato a fare dell’Ex palazzo Esa di Catania, la sede della Regione nella città dell’elefante. Lunedì l’inquilino di Palazzo d’Orleans firmerà proprio lì l’accordo con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla qualità dell’Aria. Ma gli impegni istituzionali all’ombra dell’Etna sono numerosi, si tratti di conferenze stampa o di organizzare la riunione del Comitato di Sorveglianza dei fondi strutturali Po Fesr Sicilia 2014-2020.
Infine, c’è il capitolo eventi. La Coppa d’Assi, il concorso equestre internazionale di salto a ostacoli, dopo 32 edizioni svolte nel campo che si trova all’interno del Parco della Favorita di Palermo e un’edizione a Verona , quest’anno si svolge ad Ambelia, nel comune di Militello val di Catania, il paese di origine del presidente della Regione Nello Musumeci. E proprio parlando d’Ambelia, appare chiaro come il governatore, intenda puntare sulla Tenuta per sviluppare l’asset turistico degli appassionati al cavallo. Quest’operazione potrebbe arrivare a costare fino a 10 milioni, un investimento non indifferente per la tenuta in provincia, manco a dirlo, di Catania.
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09 Novembre 2019, 18:30