Ast, ecco il Piano industriale: tagli alle corse e bus in leasing

Tagli alle corse, addio al servizio urbano e bus in leasing: il piano Ast

Il deputato Lombardo: "Documento che non piace neanche al governo". L'azienda: "C'è il sì di massima"
IL DOCUMENTO
di
5 min di lettura

PALERMO – Addio alle poche linee urbane ancora gestite, taglio delle corse extraurbane con una riduzione dei chilometri percorsi da 15,8 a 12 milioni, accorpamento delle sedi periferiche, riduzione graduale del parco mezzi aziendale e della forza lavoro. Sono alcuni dei punti contenuti nel Piano industriale di Ast (Azienda siciliana trasporti) approvato dall’attuale governance della società pubblica e finito sul tavolo della Regione.

Il Piano industriale di Ast

Il piano, le cui linee principali erano state anticipate da LiveSicilia, è stato realizzato con il supporto di Kpmg Advisory Spa, “in qualità di advisor industriale e finanziario”. ll documento – che porta la firma dell’attuale Cda guidato da Giovanni Giammarva, ormai alla fine del suo mandato a titolo gratuito – riporta gli obiettivi strategici che la società intende perseguire nell’orizzonte 2024-2028.

Il piano si incrocia con il mega appalto da 819 milioni di euro annunciato dalla Regione per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale a partire dall’1 settembre. Le tratte da coprire dell’intera rete regionale ammontano a 52 milioni di chilometri, su un totale di 64 milioni, e l’affidamento dei servizi sarà frazionato in quattro lotti: Palermo-Trapani, Agrigento-Enna-Caltanissetta, Messina e Catania-Ragusa-Siracusa.

La quota rimanente di 12 milioni di chilometri, la meno appetibile sotto il profilo economico, finirebbe ad Ast attraverso il passaggio ad una gestione ‘in house’. Ast prevede di “compensare” la riduzione di percorrenze con un incremento su base annua della tariffa unitaria dei ricavi da traffico pari al 29%.

Nelle intenzioni dell’azienda il ricavo lieviterebbe dai 75 centesimi a chilometro (dato del 2022) ai 2,05 euro a chilometro del 2028. Su questo punto, però, così come sull’affidamento ‘in house’, sarà il governo Schifani a dire l’ultima parola e a stabilire il futuro della storica azienda fondata con una legge regionale del 1947.

Giuseppe Lombardo
Giuseppe Lombardo (Sud chiama Nord)

Lombardo: “Piano che non convince”

Il deputato regionale di Sud chiama Nord, Giuseppe Lombardo, però attacca: “Questo piano, nonostante sia stato adottato il 24 gennaio dal Cda di Ast e trasmesso al governo, sembrerebbe con una spesa di circa ottantamila euro per la società incaricata, non è mai stato reso pubblico perché non convince nemmeno il governo“.

“Si prevede il raddoppio di utili con milioni di chilometri in meno e con affidamento delle tratte sociali, chiaramente poco remunerative – evidenzia ancora Lombardo -. Il piano investimenti prevede l’intervento diretto della Regione, che oltre a ciò dovrebbe continuare ad erogare un contributo annuale e pagare i chilometri percorsi quasi il doppio, ma di tutto questo non c’è certezza come non c’è certezza delle voci dalle quali reperire le risorse. Non c’è stato un confronto tra azienda e governo”.

Ast: “Dal governo un sì di massima”

Sul punto l’azienda replica: “Ast ha sempre dialogato con il governo che si è espresso rispetto al piano (il primo nella storia della società) con una nota interlocutoria positiva. La lettera rappresenta un apprezzamento di massima. Ci sono state soltanto segnalate delle modifiche da effettuare. Per il resto – aggiunge ancora l’azienda – non è nostro compito individuare le fonti dalle quali la Regione dovrebbe attingere e restiamo comunque molto ottimisti sulle scelte di questo governo”. Ottimismo che deriva anche dall’utile di circa tre milioni di euro registrato sui conti del 2023.

Lombardo però tiene il punto: “Quel piano porta la firma di un presidente del Cda, Giammarva, che per un decennio è stato nel collegio sindacale della stessa Ast. Quindi – prosegue il parlamentare – chi ha controllato per anni i bilanci dell’Ast, mentre la società moriva, oggi dice qual è la cura”.

Per il deputato di ScN nel documento “non si parla di mercato ma solo di tagli alle corse e di recupero di risorse dal bilancio regionale”. Lombardo si chiede: “Tutto questo è stato fatto per sentirsi poi dire che non sarà possibile e che quindi sarà meglio chiudere l’azienda?”. Il parlamentare regionale auspica che il documento venga trasmesso ai sindacati “e che questi possano dare la propria opinione”.

Anche su questa contestazione l’azienda risponde: “Il collegio sindacale non entra nella gestione aziendale ma deve vigilare sullo Statuto e sulle leggi, e quindi sulle scelte fatte dal Cda e così è stato in passato. Quando quest’organo non ha condiviso le scelte del Consiglio d’amministrazione lo ha messo nero su bianco in tutti i verbali e ha anche aperto la crisi d’impresa. I rilievi del collegio sindacale sono tutti riepilogati nelle relazioni di accompagnamento ai bilanci, in quanto pubblici”.

Piano industriale di Ast, i numeri

Spulciando tra le 82 pagine del documento emerge poi il resto del piano predisposto dalla governance di Ast. Con il passaggio al servizio ‘in house’, la società non potrebbe più ottenere il ‘contributo di ricapitalizzazione’ annuale di 21,5 milioni dalla Regione.

Ast intende sopperire a questa mancanza con l’aumento del costo del biglietto e con l’incremento del contributo chilometrico della Regione, rimasto “il più basso d’Italia”. L’azienda chiederebbe un incremento da 1,40 a 1,70 euro per chilometro. A questo si aggiunge il rinnovo del parco mezzi con il sistema del leasing. In questo modo la Regione potrebbe andare in soccorso della società pagando il 50% della rata annuale.

Linee urbane addio

Scompariranno dai radar le linee urbane dell’Ast: sulla carta sono 14 ma in realtà diverse, come Siracusa, sono già state dismesse. Addio quindi ai 2,8 milioni di chilometri percorsi dai 91 autobus in servizio a Bagheria, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Acireale, Paternò, Caltagirone, Lentini, Siracusa, Augusta, Carlentini, Modica, Scicli, Chiaramonte Gulfi e Gela. C’è poi l’accorpamento delle sedi: delle sei attuali ne resterebbero tre. Addio quindi a Messina, Trapani e Modica, che troverebbero casa comune con Catania, Palermo e Siracusa.

Parco mezzi e lavoratori

Prevista poi una diminuzione del parco automezzi aziendale e la graduale sostituzione degli autobus: si arriverà a 350 pullman. I mezzi attivi sulle linee extraurbane ad oggi sono sulla carta 459, con un’età media di 15 anni che è il limite consentito dalla legge. Sforbiciata anche sul fronte della forza lavoro impegnata. Al momento i lavoratori Ast sono 721, di cui 175 interinali.

In tutto ci sono 436 autisti, 72 gli amministrativi e 21 i meccanici del servizio officina, che però dovrebbe essere esternalizzato. Per una sessantina di autisti delle linee urbane ci sarebbe il transito nei quadri dei nuovi aggiudicatari dei servizi locali. A regime, la società prevede un numero di 555 addetti. I pensionamenti sarebbero rimpiazzati gradualmente da 89 nuovi autisti da assumere tramite concorsi. Fin qui i numeri, ora la palla passa al governo che dovrà decidere il futuro dell’Ast.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI