Autonomista, alfaniano, forzista | Le casacche di Lo Sciuto

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21 Marzo 2019, 12:30

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All’Ars arrivò nel 2012 eletto nelle liste del Movimento per le autonomie Giovanni Lo Sciuto. Poi, come tanti negli ultimi tormentati anni della politica siciliana del trasformismo spinto, nell’estate del 2014 si trasferì altrove. Aderì al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, e lì rimase quando Ncd cambiò nome in Alternativa popolare. Salvo poi, in extremis, quando il partitino centrista alfaniano si sciolse come neve al sole in prossimità delle politiche, cambiare ancora e approdare in Forza Italia, dove tentò senza fortuna la rielezione all’Ars nel novembre 2017. Nei suoi anni a Palazzo dei Normanni, il castelvetranese Lo Sciuto, arrestato oggi nell’operazione trapanese che lo vede personaggio centrale dell’inchiesta su massoneria e politica, fu sempre membro della commissione Cultura e Lavoro. Ma sedette anche in commissione Antimafia dove disse che voleva essere “la sentinella alla Regione per l’intera provincia di Trapani e per Castelvetrano in particolare”. Presentò sette disegni di legge, per lo più in materia di edilizia e sanità (è medico dell’Asp di Agrigento). Prima della sua stagione da deputato regionale, Lo Sciuto, che ha trascorsi democristiani, aveva accumulato esperienza politica alla Provincia di Trapani, come consigliere e assessore. In passato aveva attraversato una vicissitudine giudiziaria dalla quale era uscito assolto.

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21 Marzo 2019, 12:30

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