07 Dicembre 2021, 19:43
1 min di lettura
PALERMO – “Il cliente è buono… 300 grammi alla settimana dove lo trovo un altro che si prende 200 grammi a 55? A questi li dobbiamo nutrire come porcellini… gli devi dare il mangiare quello buono”. Così Bartolomeo Antonio Scaduto, uno degli arrestati nel blitz di carabinieri e poliziotti, parlava dei clienti della droga. Clienti marsalesi a cui la merce veniva consegnata a domicilio.
Scaduto avrebbe gestito una delle organizzazioni che gestivano la rete di spaccio a Bagheria. Stessa cosa i fratelli Giuseppe e Nicolò Cannata. Uno dei canali di approvvigionamento è stato individuato nel rione Sperone di Palermo dove operavano altri due fratelli, Fabrizio, “quello con la faccia tagliata”, e Giovanni Nuccio, il cui ruolo è emerso nel blitz dello scorso novembre.
L’inchiesta è partita da una rapina subita da un anziano nell’ottobre 2016. Attesero che prelevasse la pensione all’ufficio postale di via Capitano Emanuele Basile a Bagheria. Lo seguirono fin dentro casa e gli strapparono i soldi.
Uno degli autori fu individuato in Michele Giannilivigni, che finì sotto intercettazione e saltò fuori il giro di droga. Emerse pure la figura di un diciassettenne, in contatto con i Cannata.
Ed è stato il ruolo del minorenne a causare il pestaggio subito da un pluripregiudicato che aveva pubblicamente criticato la scelta di affidare lo spaccio a un ragazzino.
Il 28 aprile 2018 lo aggredirono in via Dante a Bagheria. Gli aggressori furono identificati in Emanuele Cannata, nel minorenne, e in Salvatore Salerno
Pubblicato il
07 Dicembre 2021, 19:43