PALERMO – Davide Ballardini ha messo la sua squadra in una campana di vetro. Polemiche, accuse e veleni, tutto tenuto fuori da un gruppo che mai come ora ha bisogno di tranquillità. Perché per la salvezza manca ancora una vittoria e il tecnico ravennate non vuole distrazioni in merito: “Abbiamo pensato agli allenamenti, non abbiamo affrontato altri argomenti. Non mi sono posto alcuna domanda, pensiamo solo al nostro mestiere e a fare una buona partita, anche perché avremo la fortuna di trovare tante persone a sostenerci”. La spinta di uno stadio gremito in ogni ordine di posto potrà fare le differenza: “Fa un piacere enorme avere lo stadio pieno, anche perché è da tanto tempo che non accadeva. Abbiamo anche una responsabilità in più, così. Può essere che qualcuno sia emozionato, così come qualcuno potrebbe essere carico. Vogliamo affrontare questa partita da squadra, in entrambe le fasi di gioco, cercando di essere compatti”. Anche in questo caso, senza pensare al Carpi: “Per quanto mi riguarda non ho mai avuto radioline accese, siamo concentrati solo sulla nostra partita”.
Col Verona si chiude un altro ciclo di Ballardini a Palermo, dopo quello chiuso proprio al termine del girone d’andata contro gli scaligeri. Un periodo che, secondo il tecnico rosanero, può comunque essere giudicato positivamente: “Nell’esperienza precedente abbiamo fatto sette partite e per me è stato un ottimo lavoro. Non è assolutamente una rivincita, tutta la squadra ha avuto molto da soffrire e quest’ultima partita ci dà l’occasione per chiudere bene”. Prima di poter dare giudizi definitivi, però, bisogna conquistare la salvezza: “La partita di domani è fondamentale – prosegue Ballardini -. Dietro c’è comunque un buon lavoro”. E guai a sottovalutare il Verona, che a dispetto delle assenze e di una retrocessione già certa da settimane, avrà le sue motivazioni per far bene: “Sono competitivi anche senza Toni, lo hanno dimostrato in tante occasioni. Hanno già messo in difficoltà tante squadre molto quotate e ci aspettiamo un Verona che venga a farsi la sua partita”.
Intanto, gli oltre trentamila del “Barbera” si attendono un Ballardini diverso in caso di festeggiamenti. Non l’allenatore schivo e poco propenso al sorriso, ma un tecnico che possa definitivamente sancire il ritorno all’unità tra squadra e pubblico: “Chi mi conosce sa che sono molto alla mano, poi il lavoro porta un po’ di timidezza. Chiedete a Di Marzio come sono. Io e lui siamo come Ficarra e Picone”. E se dovesse esserci da festeggiare, i meriti non sarebbero solo suoi: “Per me, se dovessimo salvarci, sarà la squadra ad avercela fatta. Nonostante tanti momenti difficili siamo arrivati a giocarcela grazie all’impegno della squadra. I meno giovani sono dei punti di riferimento, hanno serietà e personalità. Si tratta di giocatori affidabili, degli esempi per chi ha meno esperienza”. Elogi che Ballardini vuole confermare domani sera al fischio finale: “Penso che la squadra sappia che bisogna far molto bene sotto tutti i punti di vista. Quel che accade attorno interessa relativamente, l’attenzione è posta tutta sulla partita”.
Concentrazione massima, anche da parte di chi, ormai, è un sicuro partente. Tra questi c’è Franco Vazquez, che non ha intenzione di salutare Palermo con una delusione, e che stando a quanto ammesso da Ballardini sente particolarmente il peso di quest’ultima partita davanti ai propri tifosi: “Vazquez è un gran giocatore, mi sembra che stia bene. È molto preso dal momento, ci tiene immensamente a far bene come tutti”. E ci tiene a far bene anche lo stesso tecnico, che in carriera non si è mai trovato a decidere il proprio destino all’ultima giornata di campionato. L’unica partita vagamente simile ad una finale risale addirittura ai tempi della Sambenedettese: “Ho fatto dei playoff in Serie C, ma mai sono arrivato all’ultima giornata a giocarmi un verdetto”. L’auspicio è che l’esito sia diverso da quel playoff col Napoli, in cui Ballardini si vide sfuggire via il sogno promozione.