PALERMO – La Sicilia potrebbe recuperare entro la fine dell’anno prossimo la quota di Pil persa due anni fa, pari a -8,4%. E questo a fronte delle stime al rialzo contenute nella nota di aggiornamento del Defr approvata dal governo Musumeci, secondo cui il Pil quest’anno aumenterà del 6,2% e rimarrà positivo per i prossimi tre anni: 5,2% nel 2022, 3,4% nel 2023 e 1,9% nel 2024. Una proiezione positiva – quasi 17 punti di incremento in quattro anni – “che si fonda sull’attivazione della spesa di sviluppo e dal complesso delle politiche di rilancio”.
“Serve però attenzione, oltre a un rafforzamento delle politiche di solidarietà già varate da governo regionale e Assemblea regionale”, si legge nel documento. Inoltre, gli “investimenti realizzati dall’Agenda digitale, con oltre 300 milioni impegnati (oltre il 90 per cento delle risorse destinate dalla programmazione europea 2014-20), la rete di nodi digitali effetto di investimenti internazionali e la centralità geografica fanno della Sicilia la regione più infrastrutturata sul piano digitale nel Mediterraneo”. Nella nota si fa riferimento al nuovo accordo di finanza pubblica 2022-2025 già definito e che “consente di abbattere di circa 200 milioni il contributo che la Sicilia versa allo Stato”. Sempre a decorrere dal 2022 viene attribuito alla Regione l’importo di 100 milioni annui “a titolo di acconto per la definizione delle norme di attuazione in materia finanziaria e sulla condizione di insularità”.
Il saldo a favore della Regione è dunque di 300 milioni annui, riportando il contributo alla finanza pubblica ai livelli del 2012. Si segnala inoltre che “la Commissione paritetica Stato-Regione ha già approvato e trasmesso a Roma la proposta di rinvio della quota di ripianamento del disavanzo pregresso, prevista per il 2022, all’anno di conclusione del piano di rientro” anche se “il piano, sancito dall’accordo raggiunto con lo Stato a gennaio 2021, andrà rinegoziato per risultare sostenibile alla luce della crisi dovuta alla pandemia”. Sul fronte degli enti locali, “Il governo Musumeci è impegnato sulla necessità di superare definitivamente il criterio della spesa storica in favore di quello fondato sugli effettivi fabbisogni, così da garantire una maggiore perequazione nella distribuzione delle risorse”.
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