CATANIA – “Il Pdl ha fallito come progetto politico”. Giacomo Bellavia, leader di Merito e cambiamento e consigliere al Comune di Catania, redige l’autopsia di un “centrodestra che non esiste più”. La responsabilità è di tutta la classe dirigente del partito, “impantanata su tessere, beghe interne ed equilibri romani”. É inquieto Bellavia. Sabato, come riportato dalla diretta di LiveSicilia, sarebbe stato avvistato tra i fan di Matteo Renzi, venuto a Catania per la campagna delle primarie in casa Pd. “Apprezzo il suo messaggio innovativo, ma -precisa con orgoglio- la mia storia è a destra”.
Al comune di Catania governa Raffaele Stancenelli, sostenuto da una maggioranza Pdl più Mpa. Cosa c’è da aspettarsi per questi ultimi sei mesi di sindacatura?
L’amministrazione ha fatto tanto risanamento in questi anni. É importante che ci sia stata questo tipo di azione risanatrice. Un’amministrazione più allegra avrebbe comportato un tracollo definitivo del Comune. Invece, si è resistito. E ora ci aspettiamo una nuova fase per Catania, sia in termini occupazionali che di ristrutturazione urbanistica, tant’è che ci aspettiamo di approvare il nuovo piano regolatore e che partano i lavori di corso Dei martiri. Ma anche ridare un nuovo impulso alle arti e alla cultura. C’è anche una sfida sulla legalità che pian piano si sta riaffermando. Queste sono sfide che non riguardano solo i prossimi sei o sette mese, ma i prossimi quindici o venti anni. Entro il 2020 dobbiamo avere un città radicalmente cambiata. Questa non è una possibilità, ma una necessità.
Lei è per le primarie a Catania?
Se servono solo come una conta tra capi corrente, per lanciare veleni e strali gli uni contro gli altri, no, non servono: allontanerebbero ancora di più gli elettori dal centrodestra. Se divenissero invece un modo per fare partecipare le persone, ben vengano. Io consiglio al sindaco Stancanelli di avvicinarsi alle persone, quelle pulite che sono schifate da sistema attuale. Stancanelli si apra alla società civile, faccia un alleanza cono le forze sociali, se vuole essere riconfermato. Se invece si lascerà imbrigliare dal pantano attuale delle primarie, delle beghe di partito, della conta delle tessere, degli equilibri romani, non solo avrà vita dura, ma il Pdl sarà destinato ad una sconfitta ben peggiore di quella delle regionali.
Parlando appunto di regionali. Lei ci sa dire di chi è la responsabilità di questa clamorosa sconfitta e se la classe dirigente rappresentata da Castiglione, Pogliese, Firrarello, Catanoso e Alfano andrebbe cambiata o no?
Sicuramente va cambiata. Gli elettori sono stati molto chiari. In tutti i partiti non c’è una classe dirigente che gode della credibilità dell’elettorato. Tant’è che tutti i partiti tradizionali sono crollati. Oggi non si può rimaneggiare un partito che soffre al livello dei fondamentali. Dobbiamo oggi assolutamente azzerare e ripartire con una nuova classe dirigente, con nuove idee e soprattutto nuovi partiti che vadano oltre le beghe interne a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni. Che Firrarello attacchi Cascio e che Cascio risponda non interessa molto agli elettori
Il Pdl è un contenitore da cui comunque si possa ripartire o si deve necessariamente cambiare aria?
Il Pdl ha dimostrato di aver fallito come progetto politico. Fare primarie a livello nazionale, con questo quadro e gli stessi nomi, è una ricetta sbagliata. Dovremmo partire dalle idee e dai valori, dalle intenzioni del centrodestra, per ridare risposte alla gente. Un’operazione di facciata, come cambiare nome o simbolo, non serve. Ci sono problemi strutturali da risolvere.
Sabato lei è stato visto tra i curiosi di Matteo Renzi, come dobbiamo interpretare questo dato?
Non vuol dire nulla. Ho partecipato come cittadino ad un incontro con Matteo Renzi, ho visto tantissimi giovani, e soprattutto tantissimi giovani di centrodestra, che vogliono appassionarsi di politica ma non risposte esauriente dalla vecchia classe dirigente. Renzi è nello schieramento politico del centrosinistra e come tale non sono interessato alla sua proposta politica, però guardo con attenzione ad un messaggio di rinnovamento e moralizzazione. Ci vuole una classe politica specchiata anche sul profilo penale.
Quindi Giacomo Bellavia si sta guardando intorno?
No, non voglio essere colui il quale abbandona la nave prima di affondare. Io sono coerentemente da una parte politica da tantissimi anni, sin dai tempi della scuola, e non mi va di essere una persona ondivaga che cerca migliori fortune in lidi più tranquilli. Certo è che il centrodestra così come l’ abbiamo conosciuto non esiste più.