PALERMO – Le prossime ore serviranno per sciogliere i dubbi, allontanare le preoccupazioni, trovare la classica “sintesi” tra le aspirazioni del governo e dei deputati. Martedì, insomma, bilancio e Finanziaria devono giungere in Aula in una veste che piaccia più o meno a tutti, al di là degli accessori, per i quali si litigherà comunque.
Stamattina la manovra è giunta a Sala d’Ercole. E non è certamente stata accompagnata da buoni auspici. La seduta infatti si è aperta con un intervento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che ha messo in discussione la tenuta stessa del bilancio. “Non si tratta di una bocciatura – commenta il presidente dell’Ars – ma certamente ci sono alcuni aspetti che destano preoccupazione. Penso alle entrate, sulle quali si dovrà fare chiarezza. E penso su alcune coperture di capitoli di spesa. I dubbi maggiori riguardano il bilancio, più che la Finanziaria. E in questi giorni bisognerà lavorare con responsabilità e rigore”.
“Lo scenario attuale – ha ribadito il presidente della Commissione bilancio Nino Dina illustrando la relazione tecnica alla manovra – ha reso estremamente difficile elaborare un documento contabile in equilibrio, che preveda la corretta copertura di tutte le spese necessarie per l’adempimento degli obblighi legislativi”. E la necessità di far presto ha in qualche modo ritoccato l’identikit della legge di stabilità. Portando all’esclusione dalle norme inizialmente proposte dal governo, di capitoli importanti come quelli riguardanti le società partecipate e i prepensionamenti. “Mi riferisco, – ha spiegato Dina – in primo luogo, all’articolo 19 del testo presentato dal Governo, relativo al collocamento in quiescenza del personale regionale in possesso di determinati requisiti. Mi riferisco – ha proseguito – anche all’articolo 27, in materia di razionalizzazione, messa in liquidazione e privatizzazione di società pubbliche regionali, La riforma delle società partecipate regionali rappresenta ormai, anche alla luce delle recenti considerazioni della Corte dei Conti, un argomento ineludibile, come la Commissione ha già segnalato al Governo nel corso dell’esame dei documenti contabili per il 2013”.
E le preoccupazioni di Ardizzone e Dina sembrerebbero ricalcare quelle del Commissario dello Stato Carmelo Aronica che, stando a fonti assai vicine al governo, avrebbe, negli ultimi giorni, più volte “avvisato” l’esecutivo sulla scarsa tenuta dell’impianto della manovra. Un fatto, quello del “dialogo” tra Aronica e governo smentito seccamente, però, dal presidente Crocetta: “Nessun avvertimento. Sarebbe del resto un fatto irrituale”. Che ci sia stato o meno quel colloquio, però, restano i dubbi. “Dubbi che ha sollevato – ha ribadito Giovanni Ardizzone – lo stesso governo”.
E in effetti, l’assessore all’economia Luca Bianchi spiega: “Nessuna grossa preoccupazione sul bilancio. Il tema delle ‘entrate’ salta fuori spesso, ma noi siamo al sicuro. Semmai, nutriamo qualche ‘pensiero’ sulla Finanziaria. I tanti emendamenti presentati, infatti, aumentano in molti casi la spesa. Un fatto che oggi non possiamo permetterci, considerato che la strada per l’approvazione è ancora più stretta che in passato”.
Insomma, la spesa cresce, con gli interventi aggiuntivi al testo originario, mentre non ci sarebbe possibilità di apportare nuovi tagli, o aumentare le entrate. Nel frattempo il centrodestra presenta una sorta di “riforma alternativa”. E il deputato Marco Falcone, nell’illustrare la relazione tecnica di minoranza sulla manovra, boccia alcuni punti decisivi della Finanziaria: “Abbiamo chiesto al governo – ha detto Falcone – una relazione che certifichi le entrate e che dia maggiori garanzie sul minor concorso alla finanza pubblica regionale. Ci saremmo aspettati norme che contenessero le spese a partire dal sistema previdenziale e dalla razionalizzazione delle partecipate con la soppressione degli enti inutili, ESA e IACP innanzitutto. Per i precari la norma va riscritta. Così com’è è a forte rischio di impugnativa. Per gli Enti locali, inoltre, – ha proseguito Falcone – riteniamo che lo stanziamento sia incapiente e la norma farraginosa nei criteri di trasferimento. Le norme di sviluppo, infine, appaiono come meri annunci più che interventi alle attività produttive”.
Ma la richiesta di “decisi interventi” sulla manovra arrivano un po’ da tutte le parti. Anche dal Pd, per esempio. Sono oltre 30 gli emendamenti presentati da Giovanni Panepinto: “Il mio – dice il deputato democratico – è un contributo per migliorare la manovra economica: si tratta di proposte mirate che intervengono in settori particolarmente delicati, mi auguro che possano essere sostenute dal governo e dalle forze parlamentari”. E i settori sono soprattutto quelli dei forestali, dell’agricoltura, della Sanità e della gestione idrica. Tra gli emendamenti presentati dal Partito democratico, poi, ce n’è anche uno a primo firmatario Fabrizio Ferrandelli, che chiede al governo di prevedere in finanziaria la spesa di 15 milioni all’anno per 7 anni, al fine di provvedere al pagamento dei debiti con circa 3.500 aziende. Soldi che risalgono alla stipula dei contratti di formazione-lavoro, avvenuta circa 16 anni fa, e che la regione non ha mai pagato. Lo stesso Michele Cimino ha commentato: ““All’economia siciliana non batte più il cuore serve che la finanziaria abbia norme shock da defibrillatore per farlo ripartire.
Ma in Aula il presidente della Regione Crocetta ha difeso strenuamente una legge che, “come tutte le leggi non è perfetta”. Ma che prevede misure in grado “di cambiare la storia della Sicilia”. “La Finanziaria – ha detto Crocetta – deve avere un’anima, non può essere solo il frutto di calcoli ragionieristici. E questa Finanziaria ha un’anima. Quest’anno abbiamo voluto discuterne con le parti sociali. E non solo col presidente di Confindustria, per intenderci. Presidente che io ho incontrato già nel 2004, quando facemmo una lotta per cacciare la mafia da Confindustria, per cacciare l’imprenditore Di Vincenzo. Poi, è chiaro, su alcuni punti non siamo d’accordo, visto che Confindustria rappresenta solo le associazioni datoriali, mentre il presidente della Regione deve occuparsi di tutti”. Sulle norme presentate dal governo, ma bloccate in commissione, il presidente ha rilanciato: “Le partecipate vanno ridotte subito. Continuano a costare troppo e a non produrre nulla. Riproporremo la norma in Aula”. Magari contando sull’appoggio dell’opposizione responsabile: “Se un partito mi chiede di poter partecipare a un vero processo di riforma, – ha concluso il governatore – dovrei rispondere di no?”. Il salvagente del nuovo centrodestra, insomma è pronto. Un avvertimento rivolto anche alla parte più “scontenta” della maggioranza.
LA DIRETTA DALL’ARS
15.06 Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone torna sull’allarme lanciato in Aula rispetto ai numeri del bilancio: “Le preoccupazioni sono reali. E riguardano soprattutto la copertura di alcune voci di spesa. Lo stesso governo, del resto, ha sottolineato questi aspetti. Adesso serve un’interlocuzione forte con gli uffici, anche nell’ottica dell’esame degli emendamenti. Spero che i giorni che ci separano dalla discussione dei documenti in Aula possano servire a trovare una reale intesa sul bilancio”.
15.00 Il presidente Crocetta a margine della seduta: “Quando apro al dialogo con questo o quel partito, cosa che ho sempre fatto, non intendo aprire a una ‘cogestione’. Non penso a nuovi innesti in giunta. Il governo resta e il governo e l’opposizione resta opposizione. Ma l’opposizione deve decidere se comportarsi in maniera responsabile, e partecipare all’apertura di una vera stagione di riforme, oppure no. Temo che anche stavolta, come in passato, il mio appello cadrà nel vuoto”.
14.50 A margine della seduta d’Aula, l’assessore all’Economia Luca Bianchi ha spiegato: “Nessuna grossa preoccupazione sul bilancio. Il tema delle ‘entrate’ salta fuori spesso, ma noi siamo al sicuro. Semmai, nutriamo qualche ‘pensiero’ sulla Finanziaria. I tanti emendamenti presentati, infatti, aumentano in molti casi la spesa. Un fatto che oggi non possiamo permetterci, considerato che la strada per l’approvazione è ancora più stretta che in passato”.
14.16 Il presidente Crocetta ha concluso il suo intervento in Aula. Il presidente dell’Ars Ardizzone rinvia la discussione generale a martedì, quando si continuerà “no-stop” fino all’approvazione dei documenti finanziari.
14.12 Il governatore: “Noi abbiamo una responsabilità non solo nei confronti del presente, ma soprattutto rispetto alla storia. Non possiamo condannare i nostri giovani a restare senza lavoro. Questa finanziaria non sarà epocale, ma introduce chiari elementi di rottura. Qualcuno oggi parla addirittura di andare alle elezioni. C’è qualcuno davvero che pensa di poter avere una possibile maggioranza? Forse è meglio che tutti facciano uno sforzo di umiltà e si inizi un confronto serio. Per capirci, se c’è un partito che apre alle riforme, dovrei dire di no perché si parlerebbe di inciucio? Poi, chiunque voglia prendere le distanze, lo faccia. Qualcuno pensa che Crocetta faccia schifo? Bene. Ma io non penso di essere il peggior presidente della storia della Sicilia”.
14.09 Crocetta: “Qualcuno dice addirittura che avremmo aumentato le tasse. Ma quali tasse avremmo aumentato? E ancora, chi ha criticato i contributi sul buono scuola forse dimentica che negli anni passati questi Fondi non esistevano proprio. E che, comunque, quest’anno è stato anche aumentato”.
14.00 Sempre Crocetta: “La polemica sui Fondi sottratti alla Famiglia e trasferiti alla Sanità? Non esiste. Erano somme in capitoli non strettamente di competenza della Famiglia. Dobbiamo finirla col vecchio approccio assistenzialista. In questa Finanziaria ci sono interventi che cambiano il volto e la storia della Sicilia. Siamo stati criticati su Irfis, sulla Crias. Quest’anno abbiamo voluto discuterne con le parti sociali. E non sono il frutto dell’incontro col presidente di Confindustria. Che io ho incontrato già nel 2004, quando facemmo una lotta per cacciare la mafia da Confindustria, di cacciare l’imprenditore Di Vincenzo. Poi, è chiaro, su alcuni punti non siamo d’accordo, visto che Confindustria rappresenta solo le associazioni datoriali, mentre il presidente della Regione deve occuparsi di tutti”.
13.56 Crocetta: “Abbiamo cercato di introdurre delle norme contro la povertà. Non bastano? Certo che non bastano. Non bastano mai. Ma questo bilancio ha dovuto apportare enormi tagli”.
13.51 Ancora il governatore: “In questa finanziaria sono stati introdotti criteri di giustizia. Pensiamo alla norme sulle coppie di fatto. Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Quelle misure hanno una valenza sociale. Il pregiudizio ideologico deve portarci all’odio sociale?”.
13.48 Crocetta: “La Finanziaria deve avere un’anima, non può essere solo il frutto di calcoli ragionieristici. Altrimenti potremo sostituire il governo con una serie di economisti. Ma pensate al passato: nelle scorse Finanziarie si spendeva anche oltre i limiti consentiti, si stabilizzava chiunque. Questa finanziaria pone fine a questa tradizione. E il governo deve fare il ruolo del cattivo, dicendo di no all’ingresso di certi soggetti nella spesa pubblica”.
13.44 Prende la parola il presidente della Regione Rosario Crocetta: “Quando si parla di Finanziaria gli approcci possono essere diversi. Ovviamente nessuna legge ha i requisiti della perfezione. Ma noi operiamo nel concreto della realtà. E questo significa anche mettere le mani in mezzo alla terra per cominciare a togliere cose che non vanno e ad avviare svolte importanti”.
13.33 Molti i dubbi sollevati in occasione della illustrazione della relazione di minoranza, letta dal deputato Pdl-Forza Italia, Marco Falcone. “Norme confuse, a volte incomprensibili. E gli articoli sui precari sono a grosso rischio-impugnativa”.
BILANCIO E FINANZIARIA IN AULA
Una manovra da portare a termine “in una fase critica per le finanze regionali, che risentono degli effetti della difficile congiuntura economica, della perdurante crisi dell’eurozona”. Sono tutte nell’introduzione della relazione tecnica del presidente della Commissione bilancio Nino Dina le difficoltà di portare a casa il risultato dell’approvazione di bilancio e Finanziaria 2014.
È iniziata oggi la discussione a Sala d’Ercole sui documenti contabili. Una discussione sulla quale incomberebbe una lettera più o meno riservata del Commissario dello Stato, indirizzato ai vertici del parlamento e del governo, con la quale Aronica lancerebbe l’allarme su alcune poste di bilancio e sulle entrate.
Che la lettera esista o meno, un allarme dello stesso tenore è stato rilanciato dallo stesso presidente dell’Ars Ardizzone, che all’inizio della seduta d’Aula ha richiamato i colleghi deputati a un’analisi attenta, rigorosa, scrupolosa. “Più sul bilancio che sulla Finanziaria”, ha sottolineato il presidente dell’Ars che ha fissato per martedì prossimo una conferenza dei capigruppo. In quella sede, un accordo di massima dovrà esserci già. Al fine anche di scongiurare l’esame di centinaia di emendamenti.
“La costruzione dei documenti finanziari della Regione per l’esercizio 2014 – ha, del resto, messo nero su bianco nella propria relazione il presidente Dina – e per il triennio 2014-2016 risente, come già rappresentato negli anni passati, di stringenti vincoli quali le risorse effettivamente acquisibili all’erario regionale, insufficienti rispetto all’attuale livello di spese consolidate. Il progetto di legge di bilancio di previsione per il triennio 2014-2016 è stato improntato ad una ulteriore riduzione della spesa rispetto a quella sostenuta nell’anno 2013”.
Un situazione complicata, aggravata dalla necessità di “far presto”. Di approvare tutto entro i primi giorni del nuovo anno. Di evitare l’esercizio provvisorio e così garantire un futuro – seppur, finora, a breve termine – per i precari degli Enti locali. “Lo scenario delineato – ha proseguito Dina – ha reso estremamente difficile elaborare un documento contabile in equilibrio, che preveda la corretta copertura di tutte le spese necessarie per l’adempimento degli obblighi legislativi”.
I numeri della manovra
La proposta di bilancio per l’anno 2014, come si legge nella relazione tecnica della Commissione bilancio – presenta un totale generale delle entrate e delle spese pari a 23.087.737 migliaia di euro e quella di bilancio per il triennio 2014-2016 un totale pari a 53.594.730 migliaia di euro.
Tra le entrate si distinguono entrate correnti per 14.742.707 migliaia di euro, che registrano un decremento di 624.244 migliaia di euro, pari al 4,1 per cento rispetto alle previsioni 2013, ed entrate in conto capitale per 987.030 migliaia di euro, che registrano un decremento di 1.178.204 migliaia di euro, pari al 54,4 per cento rispetto alle previsioni 2013.
L’avanzo finanziario presunto è pari a 7.358.000 migliaia di euro, interamente riferito ai fondi di cui alle assegnazioni da parte dello Stato e della Unione europea ed agli altri fondi a destinazione vincolata.
Il totale generale delle spese pari, per l’anno 2014, a 23.087.737 migliaia di euro, è finanziato con le entrate finali (date dalla somma delle entrate correnti e in conto capitale) per un ammontare pari a 15.729.737 migliaia di euro e per 7.358.000 migliaia di euro con l’avanzo finanziario presunto relativo ai fondi extraregionali.
La Finanziaria
Come detto, però, i tempi stretti hanno in qualche modo ritoccato l’identikit della legge di stabilità. Portando all’esclusione dalle norme inizialmente proposte dal governo, di capitoli importanti come quelli riguardanti le società partecipate e i prepensionamenti. “Mi riferisco, – ha spiegato Dina – in primo luogo, all’articolo 19 del testo presentato dal Governo, relativo al collocamento in quiescenza del personale regionale in possesso di determinati requisiti. Mi riferisco – ha proseguito – anche all’articolo 27, in materia di razionalizzazione, messa in liquidazione e privatizzazione di società pubbliche regionali, La riforma delle società partecipate regionali rappresenta ormai, anche alla luce delle recenti considerazioni della Corte dei Conti, un argomento ineludibile, come la Commissione ha già segnalato al Governo nel corso dell’esame dei documenti contabili per il 2013”. Su questi temi, possibile un “braccio di ferro” col governo, intenzionato a ripresentare le norme in Aula. Sta per partire la folle corsa per l’approvazione della manovra giunta in Aula nei “minuti di recupero”.