PALERMO – È accusato di essere il reggente della famiglia di Belmonte Mezzagno, ma lascia subito il carcere. Secondo il giudice per le indagini preliminari, non ci sono i gravi indizi di colpevolezza a carico di Filippo Salvatore Bisconti, 55 anni.
Il Gip Luigi Petrucci ha accolto la tesi del legale della difesa, l’avvocato Jimmy D’Azzò, e non ha convalidato il fermo. Bisconti è uno dei sette presunti mafiosi del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno coinvolto nel blitz dei carabinieri denominato Jafar.
Di lui parlavano tre collaboratori di giustizia: Sergio Flamia, Salvatore Sollima e Antonino Zarcone. Il legale, però, ha fatto emergere che solo Flamia dichiara di conoscerlo personalmente, ma avrebbe dei motivi di risentimento personale nei confronti di Bisconti. Gli altri due collaboratori, invece, metterebbero a verbale circostanze che conoscono de relato. Ad esempio, il presunto, coinvolgimento di Bisconti nell’affare per la costruzione di un palazzo nella zona di Acqua dei Corsari. Non si conoscono ancora le motivazione della decisione del giudice, ma Bisconti è di nuovo un uomo libero.