PALERMO – Protesta questa mattina degli agricoltori e degli allevatori della Coldiretti davanti alla prefettura di Palermo. Stessa manifestazione si sta svolgendo anche ad Agrigento, Ragusa, Enna, Caltanissetta e Trapani. Partecipano alla protesta anche i sindaci dell’isola. Nel corso della manifestazione vengono offerte le eccellenze del territorio che saranno anche portate ai prefetti.
“La difficile situazione congiunturale determinata dal significativo aumento del costo dell’energia e dal parallelo aumento dei mangimi e dei concimi – dicono gli agricoltori – sta facendo venir meno una soglia di ‘soddisfazione’ per l’andamento delle imprese che stava risalendo e mettendo radici a partire dagli anni difficili che hanno fatto seguito alla grande crisi, prima finanziaria poi economica, del 2009. Una soglia di soddisfazione che nel giro di pochi mesi è crollata dal 38% al 20%. Al di la di questo vissuto, a preoccuparci, tuttavia, sono soprattutto l’oscurità e l’incertezza per il futuro, con oltre 1 impresa su 5 (21%) che si dichiara incerta circa la situazione economica della propria impresa nei prossimi 12 mesi”. Secondo i rappresentanti della Coldiretti bisogna uscire dall’impasse, determinata dai rincari energetici e dall’affaticamento dell’apparato burocratico ministeriale.
“Ancora una volta la Coldiretti dà voce non solo alla protesta, ma anche alle proposte volte a superare il periodo difficile che sta affrontando l’agricoltura in Sicilia e a Palermo – ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenuto a sostegno degli allevatori e agricoltori della Coldiretti, che questa mattina si sono radunati davanti davanti alla Prefettura di Palermo per protestare contro il rincaro dei prezzi. Insieme al sindaco era presente anche l’assessore Cettina Martorana. -“.
“L’amministrazione comunale è al fianco dei tanti allevatori e agricoltori che stanno vivendo un momento drammatico. Purtroppo si registra un aumento esponenziale dei prodotti necessari alla produzione agricola che però non corrisponde ad un aumento adeguato del prodotto agricolo finale. Non solo una serie di norme impediscono il rilancio del settore, ma mancano gli automatismi necessari nella concessione dei contributi. I ritardi che si accumulano nell’erogazione delle risorse hanno messo in ginocchio lavoratori e famiglie con gravi ricadute sul benessere complessivo della nostra Regione. Basti pensare che gli agricoltori i cui terreni sono stati distrutti dagli incendi dell’estate scorsa a tutt’oggi non hanno ricevuto un euro di ristoro”.