CATANIA – Fino a qualche giorno fa non avrebbe mai pensato che la sua casa sarebbe diventata famosa. Né che avrebbe occupato le pagine di tutti i giornali. Melita non avrebbe mai pensato che una tromba d’aria, in pochi minuti, le avrebbe devastato casa dove vive con i genitori. Soprattutto di fronte le rassicurazioni dell’amministrazione comunale che, con un comunicato stampa, aveva escluso che a Catania si sarebbero verificati danni da maltempo. “Per carità – afferma – quello che è capitato, purtroppo, non può essere previsto, ma fa rabbia che un’allerta meteo venga smentita e poi ci si ritrovi senza casa per una tromba d’aria”.
Stanno tutti bene. Ma hanno paura. Tanta. Soprattutto la mamma di Melita, sola in casa proprio nel momento in cui la tromba d’aria si è abbattuta con violenza sul territorio di Ognina, dove si trova la casa scoperchiata. “Grazie al cielo stiamo tutti bene – continua, prima di raccontarci quanto accaduto ieri dal suo punto di vista. “Io e mio padre eravamo usciti da mezz’ora per andare a lavorare – prosegue – e mia mamma era sola a casa. Era sulle scale, stava salendo al piano di sopra quando si è scoperchiato il tetto. Era convinta di sentire il terremoto e fortunatamente è scesa. Una fortuna, dato che le nostre cose sono arrivate all’altezza della Virgin. Chissà dove l’avrei ritrovata se fosse salita”.
La mamma ha 62 anni, e ora è terrorizzata, tanto da non voler più andare nella zona notte della sua casa, la parte distrutta dalla tromba d’aria. Melita torna a raccontare di quei momenti concitati. “Vigili del fuocvo sono stati chiamati un quarto d’ora dopo il fatto – prosegue: ad avvisarli un vicino di casa che, accortosi di quanto successo e vedendo che mancava mezza casa, ha dato l’allarme e chiamato un nostro parente che ha immediatamente soccorso la mammma e chiamato me e mio padre”. Nel pomeriggio, racconta ancora, è arrivata la Protezione civile che non ha potuto fare altro che constatare la distruzione della via di Catania, territorio sul quale non era stata diramata alcuna allerta.
Più fortunati degli sfollati acesi, Melita e la sua famiglia hanno potuto dormire in casa, al piano di sotto, sul divano letto. Una volta passata la preoccupazione maggiore, legata al perdurare delle cattive condizioni atmosferiche, il problema sarà ricostruire. “Pensavamo di potercela cavare con una ricostruzione parziale del tetto – continua Melita – invece dovremo rifarlo tutto, anche quello che sembra ancora sano. Abbiamo chiamato un esperto per fare valutare i danni e ci ha detto che va rifatto interamente”.
Immediata la solidarietà di vicini e amici che hanno aiutato a posizionare dei pannelli a protezione della zona notte, per evitare ulteriori danneggiamenti anche al piano di sotto. “Il desiderio più grande è che finisca di piovere, che si possano inniziare i lavori. Ma soprattutto che passi la paura ai miei genitori, a mia mamma e a mio papà cardiopatico. Spero che la cosa finisca qui. Spero solo questo – conclude. La consolazione è che si è trattato di un danno materiale e non c’è scappato il morto”.