CATANIA – La stazione Morandi dello storico aeroporto di Fontanarossa di Catania verrà abbattuta, mentre gli attuali terminal A e B diventeranno le propaggini dell’infrastruttura che verrà costruita al suo posto. “Questo permetterà di arrivare ad avere 20 milioni di passeggeri annui” lo ha spiegato il sindaco di Catania, Enrico Trantino, intervenendo ieri mattina durante la seduta straordinaria del consiglio comunale. Una giornata di lavori dedicata al futuro dell’aerostazione etnea, richiesta dal consigliere di FdI e presidente della settima commissione, Giovanni Magni. “Ho chiesto però che dopo l’abbattimento siano avviati immediatamente i lavori per realizzare la nuova struttura, per impedire che il vuoto generato possa influire negativamente sulla reputazione del nostro scalo” ha aggiunto il primo cittadino.
La voce di Sac
A presiedere la seduta c’era il presidente Sebastiano Anastasi. “Esiste già un progetto in fase avanzata, circa il nuovo terminal, e saranno investite ingenti risorse” ha sottolineato Trantino. Nico Torrisi, ad di Sac, la società che gestisce lo scalo catanese (e quello di Comiso), ha esposto nel dettaglio il piano di sviluppo dell’aeroporto di Catania. Ed è stato lo stesso amministratore a spiegare come l’infrastruttura esistente sia insufficiente rispetto al traffico attuale (già in crescita nel primo trimestre dell’anno).
Numeri che, stando così la situazione, sono destinati a provocare disservizi. Ecco perché sono necessari nuovi innesti. “Finalmente, abbiamo ricevuto tutte le autorizzazioni per poter sviluppare il nostro aeroporto” ha detto. A presentare nel dettaglio il progetto da realizzare sono stati Costantino Pandolfi di Enac e Giancarlo Guerrera, accountable manager di Sac.
Giovanni Magni, primo firmatario della seduta straordinaria, è intervenuto sottolineando come l’attuale consiglio comunale sia chiamato a confrontarsi “su dati e futuro” in vista della crescita della città, puntando alla collaborazione con Enac e Sac.
Le richieste degli autonomisti
Intervenuto anche l’autonomista Orazio Grasso. Anzi, sono stati gli esponenti dell’Mpa a rilanciare con una nota stampa le ragioni affinché l’aeroporto di Catania resti il più importante hub del Mediterraneo, secondo la programmazione fatta da Enac. Per questo è stata annunciata la presentazione di una prossima mozione.
Ecco la nota. “Nei prossimi giorni, dopo aver studiato attentamente il master plan, presenteremo una mozione di indirizzo politico in modo che l’amministrazione metta in essere tutte le iniziative necessarie ed utili alla Sac per realizzare le opere necessarie, affinché Catania non perda il ruolo di hub del Mediterraneo assegnatogli da Enac” si legge.
“La vera incognita – ha detto ancora Grasso – permane sempre quella delle risorse necessarie alla realizzazione dei terminal B e C e contestualmente la realizzazione della nuova pista in grado di ospitare voli internazionali, se ciò non dovesse avvenire in tempi brevi sarà l’ennesima occasione persa”.
L’autonomista Serena Spoto, intervenendo in aula, è entrata nel dettaglio rispetto agli investimenti realmente concretizzati dalla governance della Sac, in confronto anche con quanto avvenuto in altri aeroporti italiani. “Come emerge dal ‘report investimenti’ per il 2020 redatto da Enac, il Piano Sviluppo dell’aeroporto di Catania prevedeva, per il quadriennio 2017-2021 la realizzazione di investimenti complessivi per circa 92 milioni di euro nell’aeroporto di Catania. Nella voce Terminal – ha spiegato – per il quadriennio 2017-2021 era previsto un investimento per i soli terminal di 38.535.000 euro. Il report 2017/2020 riporta un investimento realizzato solo per 598.000 euro a fronte de 21.074.000 euro programmati per il solo 2020 (meno del 2%)”.
Daniela Rotella, sempre dell’Mpa, ha puntato sulla gestione dell’incendio avvenuto l’estate scorsa. “Nelle prime ore successive all’incendio – ha detto – il sindaco di Catania che detiene come città Metropolitana circa il 14% delle quote, suggeriva iniziative mirate per alleviare i disagi dei passeggeri ma mai messe in atto. Addirittura, anche alla formale richiesta di accesso agli atti in merito al progetto di demolizione del Terminal Morandi, la stessa gli è stata negata sostenendo che un sindaco nonché socio non avrebbe il diritto a visionarli. Non c’è stata ancora chiarezza sui danni subiti”.
Angelo Scuderi, infine, come già sottolineato in un comunicato di qualche giorno fa, ha ribadito in consiglio come nello scalo catanese, dopo l’incendio, manchi un punto informazioni gestito dal comune o dalla città metropolitana di Catania. Una lacuna macroscopica lamentata da numerosi turisti, spaesati e senza punti di riferimento al loro arrivo a Catania.
Graziano Bonaccorsi, del M5s, riferendosi all’incendio della scorsa estate, ha parlato “di occasione mancata”. Gianina Ciancio, sempre del M5s, ha espresso indignazione per la gestione dell’emergenza e la relativa comunicazione. Melania Miraglia (Forza Italia) ha chiesto invece quali programmi saranno predisposti per accogliere i passeggeri con disabilità. Damien Bonaccorsi (Pd) ha denunciato invece “l’autoreferenzialità” dei contenuti espressi in aula. Per la maggioranza è poi intervenuto Daniele Bottino (FdI).
Il dibattito esterno
Il dibattito fuori dall’aula. Socialdemocrazia Sd, partito che ha sostenuto la candidatura di Maurizio Caserta alle scorse elezioni amministrative, prende atto della decisione di Sac di procedere alla demolizione dell’aerostazione Morandi. “Poiché – dichiarano – non ci sono certezze sulla costruzione della nuova aerostazione, che rischia di arrivare addirittura dopo la costruzione del Ponte sullo Stretto, è evidente che rischiamo di produrre un pasticcio di prezzi dei biglietti aerei più alti e ingolfamento strutturale del maggiore aeroporto siciliano”.