CATANIA – “L’ultima inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti un deputato regionale, un sindaco e due consiglieri comunali – è triste scriverlo – ma non porta nulla di nuovo. La domanda che mi pongo da dirigente di un partito è: saprà un giorno la politica arrivare prima delle manette?”
A parlare è Piero Lipera, segretario provinciale della Nuova Democrazia Cristiana, che interviene in merito all’operazione Mercurio.
“Conoscono personalmente alcuni degli arrestati. Accettandone il rischio, per alcuni di questi, sarei persino pronto a mettere la mano sul fuoco circa la loro rettitudine, e mi riferisco a Matteo Marchese con il quale abbiamo condiviso alcuni momenti sin dai tempi delle elezioni universitarie e Nunzio Vitale, sindaco di Ramacca, per cui nel mio studio riunimmo il nucleo di quella coalizione amministrativa che ci portò alla vittoria”.
“A loro lascio il fardello della colpa, se colpevoli, ed auguro invece la forza del buon Dio di affrontare questo momento, se innocenti. Al netto delle carte, delle prove e delle accuse, rimangono però i fatti – non coperti dal segreto istruttorio – di pubblico dominio e per cui la politica è responsabile, tanto quanto i soggetti oggi indagati”.
“Quale meraviglia può suscitare l’odierna inchiesta “Mercurio”? Non sembra invero una logica prosecuzione dell’attività d’indagine che fu compiuta al momento dell’arresto di tale Colombo? Era davvero così impronosticabile che i “politici” sfiorati nelle indagini del ’22 (Operazione Sangue Blu) venissero oggi coinvolti?”
“Perché la politica – si chiede Lipera – non ha avuto la saggia cautela di fermarsi a pensare? Perché i dirigenti del partito dell’onerevole Castiglione non hanno avuto il dovuto coraggio di non sottovalutare quei rapporti, quelle frequentazioni e quelle foto, nominando invece il predetto quale loro capogruppo al parlamento regionale?”
“Anche in questa vicenda appalesa la moderna crisi dei partiti, i quali non sono più in grado di selezionare la migliore rappresentanza. Essi – conclude – sono ormai ridotti a meri contenitori di consensi, utili solamente per accedere a cariche pubbliche elettive”.

