Politica

Pogliese attende il verdetto della Consulta: tutti gli scenari

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19 Ottobre 2021, 05:03

3 min di lettura

Per Salvo Pogliese, il primo nodo da sciogliere arriverà domani. Da Roma. Il sindaco di Catania, infatti, ha già una linea telefonica sempre libera per sapere cosa decideranno i giudici della Corte Costituzionale in merito alla sospensione dalla carica di primo cittadino emessa a seguito della condanna in primo grado a quattro anni e tre mesi per peculato circa l’inchiesta sulle cosiddette spese pazze all’Ars. Si tratta di uno degli effetti della tanto discussa legge Severino, da applicare anche se il verdetto non è ancora definitivo. Nel caso di Pogliese è scattato uno stop di 18 mesi. Un tempo abbastanza ampio e che rischia, se confermato, di ingolfare il funzionamento della macchina comunale. Ma andiamo per gradi.

La sospensione sospesa

Salvo Pogliese ha già affrontato un fermo di oltre 4 mesi dall’esercizio delle sue funzioni (stipendio compreso). La prima tranche è scattata il 24 luglio 2020 per rimanere poi congelata a seguito del ricorso presentato dai legali del primo cittadino al Tribunale civile di Catania. Da lì la questione è approdata direttamente a Roma perché di competenza esclusiva degli ermellini. I quali decideranno, appunto, sui rilievi costituzionali sollevati. Una partita troppo grossa anche per i giudici etnei. Che in attesa di sapere cosa deciderà la Consulta, hanno preferito reintegrare, lo scorso dicembre, Salvo Pogliese al suo posto e ridare una guida politica alla Città.

Dopo Roma, la palla toccherà nuovamente ai giudici di piazza Verga. Perché se la parola della Consulta andrà contro le aspettative di Pogliese e dei suoi legali, sarà il tribunale catanese a dover decidere quando e come far ripartire la sospensione. Ed è lì che la questione potrebbe diventare più politica che giudiziaria, anche senza volerlo. Se i restanti 14 mesi di fermo dovessero scattare a partire da luglio 2020 significherebbe, per il sindaco, star seduto in panchina fino ai primi mesi del prossimo anno. Non troppo, a dirla tutta. Diversamente, ricalcolando il tutto dallo scorso dicembre, la fine della sospensione slitterebbe al 2023. Uno scenario ben più invalidante. Di certo c’è che in qualunque caso la fascia tricolore tornerebbe nuovamente sulla spalla del vicesindaco e assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi. 

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Scenari

Ma può la maggioranza di centrodestra a Palazzo degli Elefanti resistere tutti questi mesi senza subire contraccolpi significativi? Un tempo tutt’altro che ordinario quello che incrocia la possibile sospensione, segnato da due tornate elettorali che potrebbero determinare effetti a cascata su Catania. Primo snodo: l’elezione del presidente della Repubblica (che potrebbe sancire anche la fine anticipata della legislatura e un giro di candidature imprevedibile)

Secondo snodo: l’elezione del prossimo presidente della Regione siciliana, che avverrà necessariamente il prossimo autunno. Una scadenza che imporrà a tutti gli amministratori desiderosi di concorrere per l’Ars di dimettersi entro la prossima primavera da qualsiasi incarico ricoperto. Sono attualmente tre gli assessori di Pogliese pronti al grande salto liberando altrettante poltrone in Giunta. 

Uno scenario da minirimpasto già affrontato da LiveSicilia (nomi inclusi) e che ha già portato alla controiniziativa dei consiglieri comunali delusi. I quali hanno fatto mancare il numero legale per il voto del rendiconto 2019 per non sottostare – come detto dall’autonomista Salvo Di Salvo – alle regole del mai archiviato “manuale Cencelli”

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19 Ottobre 2021, 05:03

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