Cda Irfis, tutti gli uomini della Regione

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30 Settembre 2009, 17:10

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Adesso c’è anche l’ultimo tassello. La Regione siciliana ha infatti sciolto la riserva sui nomi dei consiglieri d’amministrazione che siederanno, in sua rappresentanza, nel cda dell’Irfis, l’istituto di mediocredito regionale in mano a Unicredit. Si tratta di Francesco Foti, già componente del consiglio di sorveglianza dell’Ast, vicino a Gianfranco Miccichè, Antonino Scimemi, capo di gabinetto di Raffaele Lombardo e ampi trascorsi nei ranghi della burocrazia regionale, e Alfredo Zoda (fratello del sindaco di Villalba, Eugenio Zoda dell’Mpa, fu candidato per la Margherita alle elezioni regionali del 2006 e attualmente ricopre la carica di vicesindaco di Montedoro, comune in provincia di Caltanissetta). L’Assemblea dei soci, ovvero Unicredit attraverso il Banco di Sicilia (azionista con il 76,26%), Regione siciliana (21%) e altre banche popolari (3%), riunitasi oggi a Palermo e presieduta da Alessandro Perrone, ha completato la composizione degli organi collegiali dell’istituto, nominando Giovanni Chelo, già dirigente di Unicredit, e Francesco La Fauci come componente del collegio sindacale.
Un passaggio che si attende dallo scorso aprile quando, dopo il mancato matrimonio con la Popolare di Vicenza, l’assemblea aveva rinnovato il cda, confermando Alessandro Perrone alla presidenza e nominando nel consiglio d’amministrazione il sociologo e politico Aurelio Angelini (alla fine degli anni ‘80 fondò la Federazione dei Verdi), Ignazio Coniglio, già responsabile della Direzione crediti del Banco di Sicilia, Mario Giudice, responsabile della funzione legale del Bds, e Umberto Pelargonio, che già ricopre la carica di direttore generale dell’Irfis. E incassando la riserva della Regione siciliana. Adesso non resta, si fa per dire, che sciogliere il dilemma sul destino dell’Irfis che, all’interno di Unicredit rappresenta comunque un doppione (l’istituto guidato da Profumo ha già infatti, al suo interno, un istituto di mediocredito). La possibilità di rimetterla sul mercato sembra essere remota e anche l’intenzione ventilata qualche mese fa dall’allora assessore regionale al bilancio, Michele Cimino (oggi assessore regionale all’agricoltura), di “utilizzare la partecipazione azionaria regionale per acquistare le altre quote dell’Irfis nell’ottica di creare una banca siciliana per la gestione di tutti i fondi attualmente gestiti da Irfis, Ircac e Crias” sembra di difficile attuazione. Se non altro perché, se oggi la Regione volesse acquistare l’Irfis, dovrebbe poter contare su una liquidità immediata di 35 milioni di euro (ossia quanto avrebbe pagato la Popolare di Vicenza per rilevare la quota Unicredit, con un contratto che prevedeva inoltre la riduzione da 107 a 45 milioni del patrimonio netto dell’Irfis con un ricavo per il Bds di 47 milioni circa).

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30 Settembre 2009, 17:10

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