PALERMO – Nell’arcipelago dei separati in casa di quel che fu il centrodestra siciiano sono giorni intensi. Domattina a Palermo arriverà Raffaele Fitto, il leader di quei Ricostruttori che hanno lanciato da tempo il guanto di sfida all’interno di Forza Italia. A organizzare la kermesse prevista per le 10 all’ex cinema Fiamma di Palermo è Saverio Romano, leader del Cantiere popolare e braccio destro di Fitto nella fronda che ha tanto impensierito Silvio Berlusconi. Il tour del politico pugliese che reclama primarie e più poteri dal basso nel partito del Cavaliere ha toccato oggi Napoli, dopo una serie di incontri a Roma, in Veneto e Piemonte. Ora tocca alla Sicilia, dove lo scontro tra Romano e il coordinatore del partito, il berlusconiano “ortodosso” Enzo Gibiino, prosegue ormai da mesi. “Lanciamo l’idea della ricostruzione di Forza Italia, del centrodestra e del Paese -, sintetizza alla vigilia Romano -. Abbiamo toccato il fondo, peggio di così non può andare. I sondaggi danno Forza Italia a poco più del 10 per cento”.
Quello che in Sicilia più che altrove, era un partito pigliatutto, vive una situazione di oggettiva difficoltà, divisa tra le tentazioni destrorse e populiste del patto con Matteo Salvini e l’idea di una ricomposizione con i centristi di Angelino Alfano, sotto l’egida del Ppe. “In questi giorni si parla di elezioni regionali, di con chi allearsi: se fosse passata la nostra proposta, quella delle primarie di centrodestra, avremmo scritto un manifesto comune e chi voleva fare strada con noi l’avrebbe sottoscritto”, osserva Romano.
Gibiino, dal canto suo liquida le bizze dei fittiani così: “Sulla vicenda di Fitto abbiamo posizioni chiare, ossia rispettare le regole della democrazia, non dell’anarchia – dice il coordinatore regionale azzurro -. Abbiamo fatto delle riunioni di gruppo, disertate da Fitto e dagli esponenti a lui vicini. In democrazia la minoranza discute ma si adegua. Qui ogni volta invece è un controcanto e tutto questo ci sembra una posizione strumentale, piuttosto che un confronto politico”. Saverio Romano è tutt’altro che accomodante se gi si chiede come vanno in Sicilia i rapporti con i vertici del partito: “La parola vertici è troppo grossa per chi è nominato. Soprattutto se chi è nominato pensa di poter nominare andando fuori regola. Noi vogliamo una discussione aperta ma chi si è messo medagliette di latta sul petto è bene che le riponga nel cassetto. Non riconosciamo nomine non previste dallo statuto”.
Questo il clima nel quale domani i fittiani si conteranno a Palermo. I deputati regionali son stati invitati tutti, sarà interessante capire chi si farà vedere. Ci saranno gli esponenti di Cantiere popolare e dell’associazione Amunì Sicilia. “Sono dinamiche che si possono ascrivere a un periodo folle della politica, in cui tutti i partiti, a partire dal Pd, si spezzettano in vari tronconi”, osserva Gibiino.
E in effetti lo spezzettamento dei partiti è regola. Tanto più nel centrodestra dei separati in casa a tutti i livelli. Non solo Forza Italia, ma anche la Lega è alle prese col dualismo tra Matteo Salvini, che da tempo ha avviato il suo sbarco in Sicilia, e il sindaco di Verona Flavio Tosi. Che ieri è arrivato in Sicilia, con due tappe a Palermo e Calltanissetta. “Ci stiamo radicando, definendo delle realtà territoriali dove scegliere delle persone perbene per rappresentare il territorio, in vista della ricostruzione del centrodestra”, ha commentato ieri Tosi a proposito della sua fondazione.
Resta sullo sfondo la partita delle amministrative che tra qualche settimana impegneranno alcuni comuni siciliani. Elezioni su cui Romano lamenta “un assordante silenzio” da parte di Forza Italia. Un appuntamento che crea agitazione anche nel Nuovo centrodestra di Alfano, come raccontato nei giorni scorsi da Accurio Sabella. Proprio per la mancanza di uno “spartito” chiaro a cui affidarsi nella scelta delle alleanze e delle candidature. L’invincibile armata degli anni del 61 a 0 è sempre più un ricordo lontano e sbiadito.