16 Aprile 2022, 19:54
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Ancora non è una serie tv dalle molteplici stagioni, ma la saga del candidato – più o meno unitario, ampio, così così – del centrodestra promette benissimo e presenta colpi di scena che qui riassumiamo per chi, oggi, avesse perso le puntate precedenti. Fermo restando che domani è un altro giorno. Quali saranno le sorprese in arrivo?
L’annuncio del primo pomeriggio sembrava avere risolto, se non tutto, moltissimo, con una nota congiunta: “Francesco Cascio sindaco e Francesco Scoma vicesindaco. Un ticket che vincerà a Palermo risollevando la città dal disastro finanziario e sociale in cui è precipitata negli ultimi cinque anni. Una scelta condivisa dalla Lega Prima l’Italia e da Forza Italia che sancisce la fine di settimane di sterili polemiche e che consente di avviare in tempo una campagna elettorale convincente e di alto livello. Una scelta che, ne siamo convinti, unirà ancora di più il centrodestra, evitando frammentazioni autolesionistiche e incomprensibili per i cittadini”. Timidi sbandieramenti nel popolo di centrodestra che ha vissuto gli ultimi mesi come un incubo. Mal gliene incolse.
Arriva, infatti, la nota di Scoma: “Ringrazio la Lega e il segretario regionale Minardo per la fiducia ma non intendo accettare il ticket proposto con l’amico Francesco Cascio. Intendo proseguire il mio impegno come parlamentare nazionale e lasciare spazio ad altre figure della Lega a Palermo che potranno essere indicate nel ruolo propostomi. Assicurerò il mio pieno e convinto sostegno a tutta la coalizione per la campagna elettorale che mi vedrà comunque in prima linea per dare un nuovo volta alla città”. A quel punto le bandierine tornano negli armadi. Niente ticket Cascio-Scoma. Per la brevità della durata potrebbe essere un record mondiale.
Nel frattempo stavano già piovendo sulle redazioni le felicitazioni bilaterali per il suddetto ticket. Inchiostro sprecato. Tutto da rifare? Tocca al ‘povero’ (nel senso che lui ce la sta mettendo tutta, ma è come uno sceneggiatore a cui viene cambiato il copione ogni dieci minuti) Nino Minardo, numero uno siciliano della Lega, tentare di metterci l’ennesima pezza: “Il ticket è tra partiti, era giusto passare la preferenza al candidato che avevamo indicato come Lega: Francesco Scoma. Se lui rinuncia sarà il partito a scegliere un altro nome, nulla cambia sul piano politico. Avanti tutta”. Si sussurra il nome di Igor Gelarda. Intanto, però, ecco l’effetto boomerang di un giorno che avrebbe dovuto sancire una minima ricucitura.
C’è un dispaccio-bis di Francesco Scoma: “Il mio impegno per la campagna elettorale di Palermo continuerà a fianco dei candidati della Lega e del candidato sindaco Francesco Cascio, ma la mia indisponibilità ad accettare la carica di vicesindaco nel ticket Forza Italia-Lega deriva dall’incompatibilità dei ruoli di deputato e di vicesindaco sancita dalla legge. Ringrazio il segretario nazionale Matteo Salvini e quello regionale Nino Minardo per la fiducia riposta in me ma preferisco continuare a svolgere il mio mandato parlamentare con la consapevolezza di poter dare il mio supporto alla città di Palermo anche da Roma”. Come dire: non mi sono mica offeso. Ma forse, almeno un pochino, si è offeso.
Nel bel mezzo dello psicodramma del centrodestra, ecco la nota di Davide Faraone che sostiene Lagalla, ammettendo qualcosa con onestà: “Ho sempre detto che a Palermo servirebbe unità, servirebbe il modello Draghi, servirebbe una classe politica, che anziché guardare al proprio ombelico, pensasse alla città, ai suoi drammatici problemi economici, alle strade sporche e piene di buche, alle bare senza sepoltura e soprattutto a come dare le risposte adeguate. Purtroppo la risposta della classe politica, anche la mia, non è stata all’altezza. Abbiamo pensato di semplificare tutto, offrendo candidature più che soluzione ai problemi (…). Ho deciso quindi di essere coerente, da un lato togliendomi dall’imbarazzo, dall’altro lato scegliendo un candidato in campo, semplificando e sforzandomi di dare un segnale di unità innanzitutto ai miei concittadini. Non faccio un passo indietro, sosterrò il mio amico Roberto Lagalla. Darò una mano a Roberto, in prima linea, nei modi e nelle forme che meglio spiegherò in una conferenza stampa che terremo insieme nei prossimi giorni”.
Partiamo dalla conta di Totò Cuffaro, aggiornandola: “Non ricordo quanti erano i cavalieri della Tavola Rotonda, quel che è sicuro è che a Palermo ci sono già sette candidati a sindaco nel centrodestra: Cascio, Scoma, Lentini, Lagalla, Faraone, Varchi e perché no, anche Romano”. Saverio Romano dovrebbe andare con Cascio, lì dove sarà la Lega, con un altro vicesindaco. Faraone va, invece, con Lagalla. Alle 19.46 del sabato di Pasqua, mentre scriviamo, la situazione è questa. Ma la serie continua e promette benissimo.
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16 Aprile 2022, 19:54