Certamen Ciceronianum Arpinas: l’esperienza che non ti aspetti

Certamen Ciceronianum Arpinas: l’esperienza che non ti aspetti

Un’iniziativa importante, la gara di traduzione e commento dal latino di un brano di Marco Tullio Cicerone
LA TESTIMONIANZA
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Secondo posto alla XLII edizione del Certamen Ciceronianum, sicuramente è una grande soddisfazione! In questi ultimi giorni, di complimenti, ne ho ricevuti tanti: da parenti, professori, compagni, perfino da remote conoscenze che, per puro caso, hanno riconosciuto il mio nome sugli articoli in rete. Delle loro lodi non potrei certamente essere più che grato, ma la vera vittoria, per me, non risiede nel podio.

Questo è forse perché il certamen non è solamente una competizione: è una esperienza totalizzante, un’occasione di incontro fra studenti straordinariamente appassionati e dedicati. Nel momento in cui ho incontrato alcuni dei ragazzi con cui avrei condiviso questa incredibile avventura, sono stato subito colto da un immenso timore: timore di non essere al loro stesso livello, timore di mettermi in ridicolo di fronte a persone tanto colte. Ma dopo poco mi sono accorto che in molti condividevano il mio stesso sentimento, spaventati del confronto, ritenendosi inferiori nella propria preparazione. E altrettanto presto, ci siamo accorti quindi che non vi era alcun motivo di farsi scoraggiare: il certamen è di per sé un luogo di confronto, di apertura mentale, stimolata senz’altro dalla lettura e dall’amore per i classici. Ogni barriera linguistica è stata facilmente abbattuta dal desiderio di dialogare e di aprirsi agli altri: italiani che parlavano dialetti diversi, ragazzi che parlavano inglese, tedesco, francese, o perfino chi provava a intrattenere conversazioni in latino, e non mancavano certamente coloro che tentavano di farsi capire a gesti.

Immergermi all’interno di un ambiente tanto vibrante e stimolante è stata già, per me, una preziosissima vittoria. Svolgere la prova, non è stato altro che il suo coronamento. Tradurre Cicerone retore è una esperienza che rivela, in tutta la sua magnificenza, la potenza del dialogo e della parola. Per questo motivo, mi ritengo fiero di aver raggiunto il secondo posto, di aver reso onore allo scritto di un autore dal carattere universale e senza tempo. Per questo invito, anche chi di classici non è veramente appassionato, a leggere, almeno una volta nella propria vita, il grande Cicerone.

(Paolo Pezzillo)

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