“Mi creda dottore Antonio Ingroia nei vostri palazzi non si e’ lavorato al meglio”. A lanciare l’accusa, nei confronti della Procura di Palermo, è Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ex sindaco democristiano del capoluogo siciliano e legato a doppio filo con Cosa nostra, in un articolo sul settimanale Left in edicola venerdì.
“Di marcio c’è ancora tanto – aggiunge Ciancimino – sentenze come la ‘mancata perquisizione del covo Riina’, l”agenda rossa del dottore Borsellino’ e altre assoluzioni prive di senso logico e giuridico, palesano fratture interne alla procura che non è mai riuscita a scendere unita contro la mafia”. E conclude a Left, rivolgendosi sempre al procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia: “Il malessere sociale è la forza e il concime di qualsiasi organizzazione criminale. Se lo Stato non recupera in tal senso, il sacrifico di tanti vostri colleghi, come Falcone e
Borsellino, non sarà servito a niente”.