PALERMO – Tra i due e i tre anni di cantiere, 5 miliardi di euro di investimenti, 435 mila posti di lavoro e la promessa che Palermo diventerà il primo porto del Mediterraneo. Sono questi i numeri del faraonico progetto messo a punto da Eurispes, il centro studi fondato da Gian Maria Fara, e che verrà presentato il prossimo 24 luglio alla presenza del governatore Nello Musumeci, del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché e del sindaco Leoluca Orlando a Palazzo d’Orleans.
L’idea è quella di un porto Hub, ossia una grande piattaforma sul mare collegata con la costa all’altezza della Bandita e che creerebbe così una baia larga 300 metri e lunga tre chilometri destinata agli sport acquatici e a 200 barche da diporto. Un’opera che consentirebbe di riqualificare l’intera costa sud del capoluogo siciliano, dalla foce del fiume Oreto fino ad Acqua dei Corsari, perché comprenderebbe anche una grande spiaggia, in parte libera e in parte attrezzata, e a monte 10 ettari di impianti sportivi, un parco urbano sul mare, negozi, ristoranti e zone per il tempo libero.
“Una straordinaria proposta per Palermo e per la Sicilia – spiega il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara – un’opera che avrebbe un grande ritorno economico e che creerebbe le condizioni per un reale sviluppo del territorio e per la sua crescita sociale e occupazionale. Eurispes, a distanza di due anni dall’apertura di una sua sede in Sicilia, raccogliendo le indicazioni elaborate dal comitato scientifico isolano, offre il suo contributo, presentando questo progetto nella consapevolezza del carattere strategico di Palermo e della Sicilia, ben sapendo che non può esistere alcuna possibilità di sviluppo in assenza di infrastrutture e servizi adeguati”.
Il progetto costerà quasi 5 miliardi di euro che, assicurano dall’Istituto, saranno messi a disposizione per la maggior parte da gruppi internazionali già pronti a investire nell’Isola. Un costo che comprende anche una nuova strada panoramica, tra l’area prescelta e la statale 113, che partendo da un nuovo ponte sul fiume Oreto giunge fino alla Bandita con, a valle, una pista ciclabile e una per i runner da tre chilometri con tanto di ponte ciclopedonale fino al porto turistico.
L’Hub, rendering alla mano, comprende anche nove chilometri di banchine e un piazzale di 200 ettari, costituendo un porto-canale con ingresso a nord-ovest e uscita a sud-est e direttamente collegato ad un retroporto di 100 ettari dove sono previsti un hotel, un residence, un parcheggio multipiano e 8 mila metri quadrati di uffici. Avrà una profondità che va da 18,5 a 27 metri e sarà dotato di tutti i servizi.
Ma al di là dell’aspetto turistico, sarebbero importanti anche le ricadute sul piano del movimento merci. “Ciò che rende unica quest’opera strategica – commenta il progettista Giovan Battista Rubino, componente del comitato scientifico Eurispes Sicilia – è, in prima battuta, la sua posizione geografica che rende più economici i trasporti feeder che, attraverso le autostrade del mare, collegano a tutti i porti del sud Europa. Le sue caratteristiche tecniche, inoltre, ne fanno il porto più importante del Mediterraneo europeo, in grado di movimentare 16 milioni di container all’anno contro i 5 del porto di Valencia, i 3 di quello di Gioia Tauro e i 2 circa dei porti di Barcellona e Genova”. Insomma, un progetto capace di rendere Palermo capitale del commercio di tutto il Mediterraneo e che, nelle intenzioni dei proponenti, potrebbe diventare realtà da qui a breve, a differenza di altri progetti rimasti poi solo sulla carta (vedi l’Acquario).
Per Saverio Romano, responsabile Dipartimento Mezzogiorno di Eurispes, “la realizzazione del porto Hub di Palermo rappresenta un’occasione imperdibile per il riscatto economico-occupazionale di tutto il territorio. Un obiettivo raggiungibile solo attraverso un lungimirante gioco di squadra e tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti a vario titolo interessati”.
Un progetto che, al momento, è allo stadio della fattibilità tecnica ed economica; per passare ai fatti, bisognerà avviare le procedure per le autorizzazioni che coinvolgeranno il ministero delle Infrastrutture per l’inserimento fra le grandi opere, la Regione e anche il Comune, visto che andrebbe anche modificato il Pudm. Ma Eurispes vuole fare sul serio e annuncia che, dei 5 miliardi che servono, la maggior parte li metteranno i privati, ma non è esclusa una piccola partecipazione pubblica. Il 24 alle 16, alla Sala Alessi di Palazzo d’Orleans, ci saranno praticamente Musumeci, Micciché, Orlando, oltre ai vertici dell’Istituto: insomma, un modo per formalizzare gli impegni ed evitare che il tutto resti solo un bel sogno.