In conclave con Crocetta |I renziani vogliono la conta

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12 Ottobre 2014, 21:56

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PALERMO- Più di quattro ore di confronto, tutti insieme appassionatamente, in vista delle settimana caldissima che attende l’Ars. L’area Renzi siciliana s’è riunita in conclave in un hotel catanese oggi pomeriggio. Presenti tutti i big del partito che fanno capo all’area che al congresso nazionale ha sostenuto Matteo Renzi. E cioè i renziani della prima e seconda ora (che per lo più hanno come riferimento Davide Faraone), Areadem (in Sicilia guidata da Giuseppe Lupo) e i crocettiani. Crocetta incluso, ovviamente. Il presidente, dopo l’appassionato speech di Taormina, anche nel confronto del pomeriggio ha ribadito la sua intenzione di tirare dritto. “Nessun passo indietro, la rivoluzione va avanti”, ha insistito il presidente, deludendo forse le attese di chi fino all’ultimo ha immaginato che Crocetta sacrificasse Nelli Scilabra per evitare il voto dell’Ars di mercoledì, che rischia di essere una caporetto politica per il governo.

Crocetta tira dritto, e anche l’area Renzi, che chiede con tutte le sue voci al segretario Fausto Raciti di convocare la direzione. C’è voglia di contarsi dentro il Pd spaccato a metà. Ma negli organismi di partito, non all’Ars. Di riunire il gruppo parlamentare prima del doppio voto di mercoledì e giovedì, infatti, non si parla. Il capogruppo Baldo Gucciardi, presente all’incontro catanese, non ha ancora convocato il gruppo (dove sulla Scilabra i pollici versi potrebbero superare quelli in su). Un segnale di caos. Che in certa misura attraversa anche l’area renziana, compatta solo nella critica agli “altri” (le richieste dei cuperliani sono state criticate ad esempio da Beppe Lumia). Per l’area Renzi gli esponenti di Areadem Lupo e Barbagallo oggi hanno insistito serve un coordinamento regionale (“va riconosciuta la leadership di Faraone”, ha detto dal canto suo il deputato regionale Laccoto), per evitare fughe in avanti e difetti di funzionamento nel territorio. Le tensioni interne non mancano. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni pubbliche di Fabrizio Ferrandelli, che ha detto di non appartenere più a nessuna corrente ma che oggi pomeriggio era con gli altri all’hotel di Catania. E lo dimostrano anche la tensione che oggi è emersa nella riunione tra Davide Faraone ed Enzo Bianco e le perplessità espresse da diversi esponenti sulle ultime uscite di Giancarlo Garozzo. L’area Renzi in Sicilia, insomma, è tutt’altro che un monolite. Ma in un partito a pezzi come il Pd siciliano questo fa poco notizia.

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12 Ottobre 2014, 21:56

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