PALERMO – Tira aria di rimpasto al comune di Palermo, dove il prossimo addio del vicesindaco Carolina Varchi, confermato a Livesicilia appena qualche giorno fa, potrebbe innescare un effetto-domino su quasi metà della giunta di Roberto Lagalla. Una prospettiva che il sindaco vorrebbe fare di tutto per evitare, consapevole che riaprire le trattative con i partiti significherebbe scoperchiare il classico vaso di Pandora, ma che deve scontrarsi con la volontà di alcune forze politiche di centrodestra di cambiare le pedine nominate neanche un anno fa.
La doppia partita con la Regione
Del resto in politica le cose cambiano velocemente e il quadro, rispetto ad appena 12 mesi fa, appare profondamente diverso: Forza Italia è passata dalle mani di Gianfranco Micciché a quelle di Renato Schifani (nel frattempo eletto governatore), Fratelli d’Italia esprime la premier e leader della coalizione Giorgia Meloni, la Lega ha dovuto cambiare strategia anche in Sicilia mentre la nuova Dc di Totò Cuffaro cresce e i renziani stanno provando a cambiare pelle in vista delle Europee. Una situazione a cui vanno aggiunte le crescenti tensioni alla Regione, dove (specie in seguito agli ultimi risultati elettorali) Schifani potrebbe ritoccare la giunta con un rimpasto che inevitabilmente avrebbe effetti anche su Palazzo delle Aquile.
La richiesta di Forza Italia
La prospettiva di un rimpasto non è certo una novità, ma a fare notizia semmai è che i partiti adesso lo chiedono in modo più insistente. A inizio giugno sarebbe toccato a Forza Italia che, in un incontro col sindaco, avrebbe manifestato l’esigenza di ritoccare la sua rappresentanza in giunta: oltre ad Aristide Tamajo, infatti, gli azzurri contano su Andrea Mineo e Rosi Pennino, scelti in quota Micciché. L’area dell’ex coordinatore però è ormai smobilitata, tanto che perfino Giuseppe Federico, presidente della Seconda circoscrizione, starebbe ormai guardando ai meloniani; il risultato è che oggi il partito di Silvio Berlusconi non si sente rappresentanto, specie dopo le voci di un possibile passaggio di Mineo alla Lega, scontando peraltro il paradosso che Micciché conta attualmente su due assessori e Schifani nemmeno su uno.
La questione bilancio
Il problema è però la tempistica: gli azzurri avrebbero chiesto un cambio immediato, ma il sindaco avrebbe posto il problema del bilancio che Sala delle Lapidi dovrebbe approvare tra giugno e luglio insieme al nuovo piano di riequilibrio. Riaprire il dossier della giunta rischierebbe di creare troppe tensioni nella maggioranza, tanto che Lagalla avrebbe chiesto di rinviare tutto a settembre. Del resto il calendario è dalla sua parte: tra quasi un mese ci sarà il Festino, che solitamente rappresenta l’ultimo grande appuntamento prima delle ferie, e aprire ora una trattativa sarebbe complicato, senza la certezza di poterla chiudere in tempi brevissimi.
Il toto-nomi
“Il rimpasto si farà, bisogna solo capire quando” dice un big della maggioranza a taccuini chiusi e nei partiti già circolano le voci sui possibili nomi di chi uscirà e di chi entrerà nell’ambito di un’operazione che potrebbe toccare anche quasi metà della squadra di governo.
Partiamo da Fratelli d’Italia: la Varchi si dimetterà dopo il bilancio, verosimilmente dopo l’estate, e al suo posto potrebbe entrare Toti Longo, con l’ipotesi di Toto Cordaro ormai tramontata; a quel punto il ruolo di vicesindaco andrebbe a Giampiero Cannella, sempre che l’assessore alla Cultura non sia protagonista di uno “scambio” di poltrone con l’assessore regionale (e compagno di partito) Francesco Scarpinato in caso di rimpasto anche alla Regione. Un’ipotesi azzardata, ma che circola fra i corridoi di piazza Pretoria.
Andiamo a Forza Italia: quello più in bilico sarebbe Mineo ma anche la Pennino rischia di rimanere fuori dalla giunta, a meno che non si avvicini a una delle altre due aree del partito (Schifani o Tamajo), così come nel gruppo consiliare potrebbe esserci qualche riposizionamento con un consigliere pronto a fare tandem col deputato Gaspare Vitrano.
Ma le acque sono agitate anche in casa Lega, partito che ha solo un posto in giunta attualmente occupato da Sabrina Figuccia: se Mineo aderisse al Carroccio (insieme al consigliere Natale Puma) potrebbe fare le valigie il capogruppo Alessandro Anello che scalpita per un posto da assessore e che in queste settimane sarebbe corteggiato da numerosi partiti, ma anche nell’area Figuccia non mancherebbero i mal di pancia. In forse anche la permanenza di Antonella Tirrito, assessore con delega all’Innovazione e che sconterebbe la mancanza del sostegno di un partito.