Liti e crepe, Consiglio impantanato | Scintille maggioranza-opposizione

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16 Marzo 2018, 14:28

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PALERMO – L’ultimo scontro in ordine di tempo nella mattinata di oggi, con l’ennesima seduta andata a vuoto e chiusa dopo sette minuti. Di fronte due veterani del consiglio comunale di Palermo: il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo e l’omologo di Sinistra Comune Giusto Catania. Alla fine Totò Orlando, che guida l’assemblea di Palazzo delle Aquile, è costretto a chiudere i lavori dopo pochi minuti e a convocare una conferenza dei capigruppo per lunedì. Ma l’opposizione è ormai sulle barricate e annuncia che diserterà l’incontro. Scene di un romanzo di stallo che dura ormai da diversi giorni: l’escalation nelle ultime ore, con le brecce che si sono aperte nella maggioranza di Leoluca Orlando. Un “immobilismo” dell’aula riconosciuto anche dal partito del sindaco, con il capogruppo Dario Chinnici che invita maggioranza e opposizione alla “responsabilità”.

Tutto inizia martedì sera, con la seduta convocata per discutere degli statuti delle aziende partecipate che viene interrotta da due consiglieri di maggioranza: Giulio Cusumano e Sandro Terrani. L’esponente di Palermo 2022 punta il dito sulle manifestazioni di Palermo Capitale della Cultura, mettendo sul banco degli imputati l’assessore Andrea Cusumano, mentre il capogruppo del Mov 139 accende i riflettori sulla manutenzione del ponte Corleone additando l’ex vicensindaco Emilio Arcuri. L’aula si trasforma in un Vietnam per la maggioranza, con le comunicazioni in aula dell’opposizione che finiscono per bloccare i lavori di Sala delle Lapidi. Per i due assessori arriva anche la minaccia di una mozione di sfiducia da parte della minoranza che, visti i numeri risicati in cui naviga l’Orlando bis, potrebbe rappresentare un rischio. A gettare benzina sul fuoco ci pensa anche il sindaco. Orlando festeggia su Facebook la prima pagina del ‘New York Times’ dedicata al teatro Massimo e lancia la sua stoccata: “Mentre avviene tutto questo, ecco che una parte della politica cittadina si accapiglia per un evento che non si svolge sugli 800 previsti nel programma di Palermo Capitale della cultura o per l’inserimento in Cartellone di questo o quell’evento, per altro quasi sempre autofinanziato dai promotori”.

Questa mattina il secondo round dello scontro: Catania in aula invita al “rispetto del regolamento, che prevede dieci minuti ciascuno ai consiglieri comunali per le comunicazioni, non di più”. Secondo il capogruppo di Sinistra Comune “l’atteggiamento dell’opposizione mira a impedire che il Consiglio porti a termine il suo lavoro. Non è possibile – sostiene – che con questi interventi si stravolga il cronoprogramma dei lavori stabilito nella conferenza dei capigruppo. Sinistra Comune è stata in silenzio per senso di responsabilità, ma ora basta”. Parole che hanno scatenato la reazione di Tantillo: “La verità è che la maggioranza non riesce ad affrontare i problemi – sostiene il capogruppo di Forza Italia -. Il sindaco si riunisca con i suoi consiglieri e giunga a un chiarimento interno. La città ha bisogno di tanti provvedimenti e qui siamo davanti a una macchina amministrativa che va a rilento”.

Tra i due un duello anche su un episodio legato alla seduta precedente, quando l’intervento della pentastellata Viviana Lo Monaco sulle manifestazioni sportive è stato interrotto prima della conclusione da Tantillo che in quel momento guidava l’aula. Catania attacca: “Ha tolto la parola a un consigliere comunale, questo non è accettabile”. Per Tantillo, invece, “Catania è fuori dal mondo”. Questa la versione del consigliere forzista e vicepresidente di Sala delle Lapidi: “Ho fatto notare alla collega che in quel momento mancava il numero legale in aula. Vista l’importanza dell’argomento, l’ho rassicurata sul fatto che alla ripresa dei lavori l’indomani avrebbe potuto riprendere il suo intervento”. Tutto questo mentre Sabrina Figuccia, del gruppo Misto, sottolinea la lite tra i due paragonandoli ai “capponi di Renzo”. Secondo l’ex Forza Italia, andata in rotta con Tantillo già all’indomani delle elezioni,  “la città paga pesantemente le conseguenze della lite con l’ennesima seduta a vuoto del Consiglio”. Tra i due, secondo Figuccia, “questioni futili”.

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Episodi che raccontano di un clima pesantissimo in consiglio comunale. Un’aria pesante che costringe Chinnici a intervenire ufficialmente. Il capogruppo del Pd dice “basta con gli atteggiamenti ostili che danneggiano la città. Siamo chiamati a discutere di provvedimenti importanti per Palermo – spiega – per questo richiamo tutte le forze politiche presenti in Consiglio alla responsabilità”. Poi l’invito rivolto a tutti a “lavorare per il bene di Palermo”. Un messaggio rivolto a maggioranza e opposizione: “Facciano il loro dovere senza dimenticare il senso di responsabilità”. E ancora: “Questo immobilismo genera un atteggiamento ostile dei cittadini nei confronti delle istituzioni. I palermitani attendono risposte non polemiche”. Ma dal Movimento cinque stelle non arrivano segnali di pace: il capogruppo Ugo Forello, infatti, parla di un consiglio comunale “clinicamente morto, incapace di dare risposte e di esercitare le proprie funzioni di controllo”. Nel racconto Forello c’è spazio anche per i temi sollevati da Cusumano e Terrani: “Sono settimane che non si delibera alcunché e, nello stesso tempo, non si sono ricevute le dovute informazioni su questioni molto importanti di interesse per la città, dal ponte Corleone ai cantieri di open fibra, agli affidamenti diretti e incarichi assegni dal settore cultura”, afferma. Poi l’attacco diretto all’assessore Cusumano: “E’ grave che abbia svilito e preso in giro il Consiglio non presentandosi ieriin aula a causa di un attacco di febbre alta che non gli ha impedito, però, di presenziare, nel pomeriggio della stessa giornata, alla riunione del Comitato Scientifico di Palermo Capitale della cultura”.

Duro anche Fabrizio Ferrandelli: “A pochi mesi dalle elezioni di Palermo si respira un clima già di smobilitazione e di di fine mandato. Sindaco assente nella gestione ordinaria ed impegnato soltanto in rilascio di cittadinanze onorarie e taglio di nastri – afferma -. Giunta inadeguata e maggioranza allo sbando. In Consiglio pensavamo di presentare due mozioni di sfiducia agli assessori Cusumano e Arcuri, ma ci siamo resi conto che sono già ‘sfiduciati’ da loro”.

*Aggiornamento
“In riferimento alle polemiche e alle strumentalizzazioni sollevate, per avere comunicato in aula le precarie condizioni di statica del ponte Corleone, ritengo opportuno che, finite le elezioni politiche, nessuno debba scaricare le proprie tensioni in aula”. Lo dice in una nota il capogruppo del Mov 139 al consiglio comunale di Palermo Sandro Terrani. “Portare a conoscenza del consiglio le problematiche riguardanti la città – aggiunge Terrani – non deve essere la scusa per bloccare i lavori d’aula su altrettanti temi importanti iscritti all’Ordine del giorno e attesi dalla città. pertanto – conclude – invito tutti i consiglieri ad avere senso di responsabilità per il mandato che ci è stato affidato dai cittadini alle scorse elezioni”,

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16 Marzo 2018, 14:28

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