“Consorzi di comuni al posto delle province”

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19 Ottobre 2010, 19:22

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“Superare le Province in applicazione dello Statuto autonomo della Sicilia” e “abolire una Regione incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini”. E’ la posizione del governatore Raffaele Lombardo che torna a auspicare la creazione di “liberi consorzi dei Comuni tra loro omogenei”. “Al convegno dell’Upi qualche presidente, non avendo altro da dire in un convegno nazionale – osserva Lombardo – ha attaccato il governo regionale per tante ragioni di polemica politica ma anche per questo nostro grande progetto di rivoluzione della Sicilia. Abolire le Province? Piuttosto direi che si tratta dell’abolizione di questa Regione incapace di rispondere ai bisogni dei siciliani perché è come un enorme pachiderma che non si muove e che non fa muovere la Sicilia e anzi consente che la Sicilia continui a restare immobile e ad essere, nel frattempo, saccheggiata dai furbi, molto spesso non siciliani”. Secondo il governatore “la Regione deve essere un ente agile con non molto personale che deve essere devoluto ai Comuni” perché questo “é il principio del Federalismo”. “E’ bene – sostiene – che le competenze, i servizi e il lavoro dei dirigenti e dei funzionari vengano svolti sotto l’occhio vigile dei cittadini, così un dirigente comunale fa meglio il suo lavoro”. “Naturalmente – rileva Lombardo – ciò comporterebbe che i Comuni abbiano enormi poteri, una serie dei quali sono di interesse sovracomunale come le strade che collegano le province, l’istruzione e la formazione, le politiche dello sviluppo. Oggi si chiama Provincia l’ente sovracomunale, domani dovrà essere ciò che si prevede già nell’art. 15 dello Statuto Speciale della regione siciliana: i liberi consorzi dei Comuni che hanno una omogeneità nel territorio”. Lombardo rassicura i dipendenti delle Province: “man mano che andranno in pensione non saranno sostituiti, quelli che restano saranno riqualificati”. La riforma, se approvata, entrerebbe in vigore con le prossime elezioni amministrative. E non sarebbero annullati i consiglieri di quartieri: “in città come Palermo, Messina e Catania – chiosa Lombardo – ci saranno le municipalità come già esistono a Roma”.

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19 Ottobre 2010, 19:22

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