“Contratto pronto entro il 2018 | I Regionali devono essere motivati”

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18 Settembre 2018, 12:32

7 min di lettura

“Non pensavo fosse così dura”. Accursio Gallo è presidente dell’Aran Sicilia da poche settimane. Per lui è un ritorno su una poltrona importante, dopo quella di assessore regionale alla Formazione nel governo Lombardo. Un incarico delicato, visto che l’obiettivo è quello di arrivare al rinnovo di un contratto, quello dei dipendenti regionali, dopo dieci anni di stallo. “Mi è stata data l’occasione – prosegue – di dare un contributo per il rinnovamento della Regione e di questo sono grato al governo Musumeci”.

Un contributo che le richiederà un grande sforzo: il rinnovo del contratto collettivo è uno dei temi caldi anche di questo autunno. Ci può anticipare i contenuti del testo?

“Quali saranno i contenuti è presto per dirlo. Dobbiamo attenerci alle direttive che ci sono state date dalla Giunta. Abbiamo ricevuto i sindacati in una prima riunione per avviare la contrattazione ma entreremo nel vivo della discussione dalla prossima convocazione. Abbiamo due parti da contrattare, quella economica che prevede l’utilizzo di 53 milioni di euro per il rinnovo dei contratti e una parte giuridica. Seguiamo il processo di rinnovo del contratto della funzione pubblica nazionale. Certamente, occorrerà cambiare mentalità”.

In che senso?

“Perché c’è bisogno di ammodernare la pubblica amministrazione anche attraverso il contratto collettivo. Occorre mettere mano al bisogno di digitalizzazione guardando al modello dello smart working, ripensare la mobilità, ragionare su ferie e permessi”.

Nel primo incontro come ha trovato i sindacati?

“Sono ansiosi di fare il contratto, di raggiungere l’obiettivo. Hanno manifestato il bisogno di un’intera categoria che non si sente valorizzata. Hanno portato al tavolo uno sfogo che va anche oltre le competenze dell’Aran. Mi raccontavano di gente che fa sacrifici, che tiene al proprio lavoro, addirittura che si porta da casa la carta o il sapone”.

Quali sono state allora le richieste dei rappresentanti dei lavoratori nel corso di quell’incontro?

“Mi hanno manifestato il desiderio delle categorie rappresentate di ritrovare l’orgoglio di essere dipendente della Regione. Oggi i regionali sono abbastanza bistrattati. Invece sanno che a fronte dei loro diritti devono accompagnare il rispetto dei loro doveri. Hanno bisogno di essere motivati. Io credo che se una pubblica amministrazione lavora bene allora si impedisce che si sviluppi la corruzione e il malaffare. Questi sono i valori con cui, da entrambe le parti, affrontiamo la contrattazione”.

Quando è prevista la prossima riunione con le organizzazioni sindacali?

“Torneremo a incontrare i sindacati il prossimo lunedì. Domani partiranno le convocazioni”.

Entro quando pensa che si potrà avere una prima bozza?

“Spero di poter esitare la prima bozza di contratto entro la fine dell’anno. Correremo se necessario ma cercheremo di arrivare a questo risultato. Poi il contratto dovrà essere vagliato dalla Corte dei conti”.

Come si aspetta sarà la discussione?

“Mi aspetto che il confronto, dopo tutti questi anni di blocco del rinnovo, sia acceso ma spero che si faccia sempre ricorso al buon senso”.

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Lei fa riferimento a questi anni di blocco del rinnovo dei contratti, ma in che condizioni ha trovato l’Aran?

“Devo dire che per fortuna, i colleghi che compongono il direttivo sono assai preparati e questo agevola molto il lavoro. Trovo una struttura che viene fuori da un commissariamento di cinque anni. È quindi un Aran Sicilia che ha lavorato all’ordinaria amministrazione per ragioni di diritto che nulla hanno a che fare con la qualità della gestione commissariale. Il personale si è assottigliato. Partiva da trenta unità e oggi è pari a nove dipendenti. Hanno voglia di lavorare anche loro alla sfida della scrittura del nuovo contratto. Certamente però c’è bisogno di nuovo personale. Prima c’era un coordinatore che ricopriva la funzione di direttore generale e adesso non c’è più. Inoltre l’Aran è un ente autonomo dalla Regione che vive grazie a un suo contributo ed è sotto il controllo della Corte dei conti. Sarà necessaria qualche modifica legislativa per dotarci di maggiore autonomia. E c’è un elemento indicativo”.

Quale?

“Se il governo regionale, tra le prime cose che ha fatto, ha ricostituito il consiglio direttivo dell’Aran Sicilia trovando le risorse per il rinnovo del contratto dei regionali vuol dire che ha una grande sensibilità verso il tema. Immagino che il presidente Musumeci voglia riportare l’Aran all’efficienza di qualche anno fa”.

Come immagina debba lavorare l’Aran Sicilia?

“Io credo che non debba solo limitarsi alla contrattazione. Ci sono una serie di attività come l’aggiornamento dei contratti, la predisposizione di pareri e di interpretazioni degli accordi. Credo che sia necessario dotarsi di un osservatorio permanente e di un centro studi, di tenere convegni e seminari. Certo tutto questo va fatto sempre nel rispetto e nel contenimento dei costi ma è necessario che lo si faccia per attuare tre scopi: la prevenzione del contenzioso nel pubblico impiego, la modernizzazione della burocrazia siciliana e la formazione dei dipendenti perché siano sempre più in grado di offrire servizi ai cittadini”.

Come funzionerà la contrattazione della parte economica? Dato che si tratta di parametrare gli stipendi al costo della vita è solo una questione matematica?

“Assolutamente no. Dobbiamo verificare come il dipartimento alla funzione pubblica sia arrivato a determinare l’ammontare di 53 milioni. Poi occorrerà ripartire le somme con i sindacati. Il rinnovo contrattuale riguarda il comparto dei regionali, della dirigenza e del personale degli enti vigilati dalla Regione a cui abbiamo già chiesto che ci facciano sapere i dipendenti attivi nel 2016, nel 2017 e nel 2018. Il triennio a cui si riferisce il rinnovo contrattuale. Appena finiremo con il triennio che si sta praticamente concludendo dovremo lavorare al rinnovo per il triennio 2019-2021”.

Quindi il rinnovo non riguarda solo i dipendenti presenti negli assessorati.

“No. Riguarda anche enti come l’Esa, l’Irsap, gli Ersu, il fondo pensioni, gli Enti parco, l’Istituto dell’olio e del vino, l’istituto per l’incremento ippico, l’istituto per i ciechi”.

Andando invece alla parte giuridica lei ha indicato come temi produttività, permessi di lavoro e mobilità.

“Sì, come dicevo all’inizio è presto per anticipare i contenuti. Oggi troviamo una realtà diversa rispetto a quella di dieci anni fa. Credo che occorra includere nei ragionamenti tutte le nuove realtà di tutela che si sono presentate in questi anni. Occorre mettere mano ai permessi di lavoro ad esempio prevedendo i congedi per le donne vittima di violenza o ai permessi per le cure da malattie salva vita. C’è una legge che riconosce le unioni civili e dobbiamo tenerlo in considerazione. Poi ancora è indubbio che ci sono uffici che anche in ragione della loro posizione sono più o meno oberati di lavoro. Con lo smart working si può riuscire a tenere sempre equo il carico di lavoro fra i dipendenti. Questo lo si può fare facendo sì che i documenti siano messi in relazione fra i dipendenti senza costi di trasporto o di diaria per la pubblica amministrazione”.

Quella dei regionali, come lei ricordava prima, è una categoria spesso soggetta a critiche. La Corte dei conti ogni anno mette in luce il fatto che i dipendenti regionali sono ancora troppo numerosi. Lei che ne pensa?

“Non so se sono troppi o pochi. Occorre uscire fuori dal paragone con altre regioni. Certamente le competenze che si trova ad affrontare la burocrazia siciliana sono maggiori di quelle delle amministrazioni di altre regioni. Come dicevo il mondo è cambiato e c’è l’esigenza di una pubblica amministrazione sempre più efficiente, veloce e capace di dare risposte e servizi in tempi brevi, anche attraverso la tecnologia. Dall’altra parte gli impiegati devono tornare ad essere contenti di andare a lavoro e orgogliosi del ruolo che ricoprono. Personalmente auspico in un rinnovamento del personale ma i concorsi non possono essere fatti per il blocco del turn over. Devo dire però che quando facevo l’assessore sono entrato in assessorato con qualche preconcetto e invece ho trovato tanta gente con la voglia di lavorare che non guardava orario e rimaneva a lavoro anche oltre pur di raggiungere un obiettivo”.

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18 Settembre 2018, 12:32

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