Corbino non ha dubbi:| “Vincerà Stancanelli”

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17 Aprile 2013, 08:30

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CATANIA –  “Non ci sono alternative credibili”. Nominato di fresco coordinatore dei gruppi e dei movimenti civivi a sostegno della candidatura di Raffaele Stancanelli per la conquista del secondo mandato, Claudio Corbino racconta a LivesiciliaCatania il perchè della scelta di sostenere il sindaco uscente ma, soprattutto, rivela perchè sarà l’avvocato di Regalbuto a spuntarla alle prossime elezioni amministrative. Da sempre appassionato di politica e impegnato, l’ultima esperienza con il Movimento autonomista di Raffaele Lombardo, di cui ha condiviso il pensiero e il tentativo di rivitalizzare il partito, Corbino non si è però mai esposto in prima persona. Fa l’imprenditore nella vita, ma questa occasione sembra avere qualche elemento di diversità dal passato. “Non sono un politico e non ho interessi specifici – spiega- il contributo che posso dare è rendere potabile qusta campagna elettorale, cioè fare in modo che non si punti sui veleni ma sulle proposte e sul dialogo”.

Come spiega la scelta di Sancanelli di nominarla coordinatore dei movimenti civici? E quale motivo l’ha spinta a impegnarsi attivamente a favore del sindaco?

Beh, bisognerebbe chiedere al sindaco perchè abbia pensato a me. La scelta mi onora. Credo che, in questo momento, il segnale che Stancanelli vuole dare sia di apertura ad una dimensione civica della città e, soprattutto, a una dimensione trasversale. Penso che il senso dell’operazione sia quello di mettere insieme le forze migliori della città su un progetto che poi è quello che il sindaco uscente propone, ritengo con una certa credibilità.

La sua, dunque, è una nomina all’insegna della rottura o della volontà di comunicare la fine dell’era dei partiti?

Stancanelli ha iniziato, secondo me con merito, il coinvolgimento di alcune figure importanti, professori, professionisti molto apprezzati in città, non solo nominandoli componenti della Giunta, ma anche avviando, all’inizio della sindacatura, un confronto aperto, come con l’esperienza degli Stati generali, su cui ci sono luci e ombre, ma che evidenziano come il metodo proposto sin da subito sia stato quello del dialogo. Non c’è dubbio che ci sia stato un momento di attrito con i partiti che hanno sostenuto e sostengono il sindaco, anche se questo credo che nulla abbia a che vedere con il governo della città. In ogni caso noi abbiamo chiarito subito che non vogliamo proporci come antipolitica: vogliamo piuttosto contaminare i partiti con queste risorse civiche.

Quale impressione si è fatto in questi ultimi mesi rispetto all’aggregazione attorno al sindaco Stancanelli?

Alle Ciminiere la sala era piena e questo è stato sicuramente un buon segnale, soprattutto in una fase in cui ancora non era definitto l’accordo politico a sostegno di Stancanelli, cosa che invece, negli ultimi giorni, si sta delineando in senso più positivo. Io vedo una grande attenzione intorno al sindaco, dovuta a diversi fattori che, in questi anni, l’hanno determinata. A cominciare dal fatto che Stancanelli ha dimostrato di essere persona totalmente rivolta ai bisogni della città, come ha evidenziato più volte rinunciando alle poltrone romane, diversamente, se mi si consente un accenno polemico, dal principale competitor della sfida elettorale. E poi, il sindaco ha dimostrato di essere capace di parlare con tutti. Stancanelli, con sagacia e pazienza, è riuscito a rompere il circuito di sovrastrutture precostituite e dialoga con tutti.

Quale potrebbe essere il vulnus per Stancanelli?

Non credo ve ne sia uno nella strategia politica. Semmai c’è i rischio, più serio, e io in questo mi sento sentinella, che tutto il mondo che gira intorno alle pubbliche amministrazioni, superata la tempesta elettorale, possa pensare di riadagiarsi sulla comoda via del nulla fare e nulla sentire. Credo che quanto fatto da Stancanelli sia stato, e molti lo devono riconoscere, corretto. Certo, il suo è stato un governo rigoroso, molto rigoroso a volte, ma mi chiedo, se non ci fosse stato Stancanelli, oggi la città dove sarebbe?

A chi vede la sua nomina come una sorta di “investitura” da parte del Mpa, di cui ha condiviso il pensiero, come risponde?

Non è corretto pensare che la scelta di Stancanelli abbia in qualche modo a che fare con la mia esperienza di vicinanza a quel progetto di rinnovamente che il Mpa, a un certo punto, pose in essere; è corretto pensare che io lo abbia fatto in maniera attiva; ma, faccio un nome per tutti: il professore Pietro Barcellona ha scritto il Manifesto per un nuovo partito del Sud. Quando il professore diede vita con grande generosità a quella proposta per un rinnovamento serio e vero della politica siciliana, io ho aderito con grande passione. Poi, constatai che forse l’unico che ci credeva veramente era il presidente Lombardo, come la storia recente dimostra.

Secondo lei, il Mpa alla fine appoggerà Stancanelli?

Non vedo motivo specifico per cui partiti che comunque hanno sostenuto in maniera importante l’azione del sindaco non facciano questa scelta.

Per quanto riguarda, invece, Pino Firrarello, che sembra più propenso a sostenere il sindaco uscente rispetto a qualche tempo fa?

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Non mi interessano le scelte partitiche, ma quelle politiche. Se i partiti si riconoscono oggi in questa proposta di Stancanelli evidentemente la trovano la migliore possibile. Al senatore Firrarello che, proprio dalle pagine di questo giornale ha dichiarato come il coordinamento civico affidato a me lo facesse particolarmente sorridere, dico solo che regalare un sorriso a un pensionato è sempre un’opera buona.

Se si votasse domani chi vincerebbe?

Stancanelli.

 

 

 

 

 

 


 

 

 

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17 Aprile 2013, 08:30

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