Cosa nostra, i Brunetto alla sbarra: raffica di condanne NOMI - Live Sicilia

Cosa nostra, i Brunetto alla sbarra: raffica di condanne NOMI

La sentenza del processo abbreviato Jungo.

CATANIA – Le condanne sono di quelle che fanno male. Il cerchio ‘Andò’ incassa dal gup pene di venti anni. Anche se ad alcuni di loro è stata assorbita qualche sentenza passata. Alla sbarra il clan Brunetto di Giarre, referenti della famiglia catanese di Cosa nostra. O quel gruppo che avrebbe avuto come regista criminale Pippo Andò, ‘u cinisi’, che avrebbe gestito la cittadina jonica come ‘una repubblica’ della cosca. A piazza Trepunti, dal suo banco da venditore ambulante avrebbe tirato le fila degli affari organizzando incontri e anche raid punitivi.

L’inchiesta dei carabinieri, scattata nel 2020 nel pieno della prima ondata pandemica, è partita dal quartiere Jungo – da qui il nome del blitz – dove la cosca aveva creato all’ombra dei palazzoni una sua roccaforte criminale della droga. Nelle varie perquisizioni avviate nel corso delle indagini i militari trovarono anche una sorta di ‘schedatura degli elettori’. Ma i documenti, da soli, non potevano scatenare un’azione penale. Ma l’ombra del controllo del voto del clan, resta. 

Sono stati i residenti del quartiere ad alzare la voce e a chiedere legalità. E così i carabinieri hanno cominciato a indagare e hanno scoperto un mondo mafioso che da Giarre arrivava anche a Catania. Perché quando c’era da discutere di estorsioni, alcune volte, era necessario confrontarsi con i boss catanesi, come Melo Salemi di Picanello. Anche lui ha scelto il rito abbreviato, il gup gli ha riconosciuto le attenuanti e lo ha condannato a 4 anni. La lista di condanne è lunga. Anzi lunghissima. Gli imputati sono accusati – a vario titolo – di associazione mafiosa, droga ed estorsione.

La sentenza del gup di Catania

Ecco tutte le condanne del Gup: Giuseppe Andò 20 anni, Andrea Leonardi 20 anni, Carmelo Caminiti 8 anni e 6 mesi, Gianmarco Condorelli 8 anni e 6 mesi, Carmelo Salemi 4 anni (concesse attenuanti generiche), Fabio Leonardo Zappalà 8 anni, Alessandro Andò 20 anni, Angelo Andò 20 anni, Francesco Andò 20 anni, Emanuele Andò 10 anni, Piero Patanè 10 anni, Alfio Torrisi 10 anni, Angelo Cesarò 9 anni, Valerio Sergio Di Stefano 9 anni, Antonino Grasso 9 anni, Salvatore Grasso 9 anni, Antonello Iappica 9 anni, Jonathan Mattia Savoca 9 anni, Concetto Sorbello 9 anni, Adriano Tizzone 9 anni, Leonardo Cavallaro 8 anni, Michelangelo Costanzo 8 anni, Giuseppe Giamaglia 5 anni e 24 mila euro di multa, Fabio Liotta 4 anni e 4 mesi e 20 mila euro di multa, Gaetano Torrisi 5 anni e 2 mesi e 26 mila euro di multa, Mirko Pompeo Casesa, 3 anni e 8 mesi e 21 mila euro di multa, Leonardo Patanè 3 anni e 18 mila euro di multa, Orazio Leotta 3 anni e 3 mesi e 14 mila euro di multa, Salvatore Tarda 3 anni e 3 mesi e 14 mila euro di multa, Alessandro Longhitano 2 anni e 6 mila euro di multa, Fabio Blanco 4 anni e 20 mila euro di multa, Salvatore Santitto 7 anni e 2 mesi e 32 mila euro di multa, Mario Tarda 3 anni e 12 mila euro, Salvatore Sebastiano Tarda 2 anni e 8 mila euro di multa,  Marco Miragalia 4 anni di reclusione e 18 mila euro di multa. 

Assolti da alcuni capi di imputazione Alessandro Andò, Giuseppe Giamaglia, Fabio Liotta, Marco Miraglia con la formula per non aver commesso il fatto.  

Il gup ha assolto Giovanni Raciti per non aver commesso il fatto. Soddisfatto l’avvocato Enzo Iofrida per la sentenza di non colpevolezza e la scarcerazione. 

Bisognerà attendere i rituali 90 giorni per il deposito delle motivazioni. 

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