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Crac Palermo, Tuttolomondo: “Dobbiamo inventarci qualcosa”

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06 Novembre 2020, 09:37

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“Senza la penalizzazione avremmo avuto 40 milioni”. A dirlo è Salvatore Tuttolomondo, direttore finanziario di Arkus Network, al fratello Walter, dopo che la sentenza della giustizia sportiva negò all’US Città di Palermo la possibilità di lottare per la promozione in Serie A. “E adesso che si fa?”, chiede Walter. «Facciamo lo stesso» risponde Salvatore, in uno stralcio di intercettazioni pubblicate da Repubblica.

Una situazione che allarmò parecchio tutta la società che faceva capo ai fratelli Tuttolomondo, a tal punto che l’unico pensiero a quel punto diventò quello di capire come trarre profitto dal club rosanero: “In serie B con questi debiti? Ma siamo pazzi?”.

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Adesso i due sono finiti in carcere con diverse ipotesi di reato, tutte pesantissime dal punto di vista sanzionatorio. La società di viale del Fante è stata cancellata dal registro del calcio, per rinascere, la scorsa estate, grazie al duo Mirri-Di Piazza, che nulla hanno a che fare con la vecchia gestione. Una vecchia gestione che ha lasciato l’amaro in gola a tutti i tifosi, sopratutto pensando e ripensando alle tantissime parole dette in quei famosi giorni: dal “mi vede preoccupato” a una delle intercettazioni che adesso sono venute fuori, una fattispecie realmente accaduta nell’ultima visita a Palermo dei dirigenti di Arkus: “Dobbiamo inventarci qualcosa altrimenti ci tocca scappare”.

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06 Novembre 2020, 09:37

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