Cracolici apre alle intese | Spazio al governo tecnico

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20 Maggio 2010, 11:38

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Governo istituzionale, o di salute pubblica? O forse meglio un esecutivo tecnico? Sono questi gli interrogativi che tornano ad infiammare il dibattito politico siciliano, in attesa di sviluppi dell’inchiesta catanese su mafia e politica che vede coinvolto anche il presidente Lombardo. Nei giorni scorsi era stato l’Udc di Saverio Romano, durante l’incontro in un hotel della Capitale con una delegazione dell’Mpa guidata dallo stesso leader autonomista, a mettere sul tavolo delle trattative l’ipotesi di un governo di salute pubblica per uscire dall’empasse in cui rischia di precipitare l’amministrazione regionale, soprattutto se dovesse venire meno il sostegno in aula del gruppo del Pd. Così ieri, sulla scia di quanto sperimentato al Comune di Catania dal sindaco Pdl Raffaele Stancanelli, ha preso nuovamente a circolare nei corridoi dei Palazzi del potere siciliano, l’eventualità, ancora piuttosto remota in verità, di un esecutivo composto esclusivamente da “tecnici di alto profilo per condurre in porto quelle riforme che servono urgentemente alla Sicilia”. Scenario, quest’ultimo, al quale guarderebbe con attenzione e interesse anche l’alleato numero uno del governatore, Gianfranco Miccichè che intanto continua a pensare all’eventuale ritorno alla casa madre del Pdl ufficiale e alla ricomposizione dei berlusconiani di Sicilia, nonostante prosegua la guerra di logoramento tra “ribelli” e finiani, da un lato, ed esponenti dell’area Alfano-Schifani , dall’altra. Di tutto questo Livesicilia ha discusso con Antonello Cracolici, capogruppo dei democratici a sala d’Ercole.

Onorevole Cracolici, sembra prendere corpo l’ipotesi di un governo tecnico che almeno temporaneamente possa guidare la Regione nelle acque sempre più agitate della crisi finanziaria e istituzionale. Che ne pensa?
“Penso che l’ipotesi di un governo tecnico possa essere una soluzione alla quale guardare con interesse. Fermo restando che stiamo ancora ragionando su ipotesi e non su cose accadute, ritengo, però, che il Lombardo-ter sia del tutto inadeguato a gestire la stagione delle riforme. Spetta comunque al presidente Lombardo avanzare la prima
proposta.”

In quasi tutti i partiti, dall’Udc al Pdl, intanto emergono ancora spaccature e prese di distanza, dopo le scissioni e le espulsioni dei mesi e dei giorni scorsi. Cosa succede nell’universo dei partiti siciliani?
“Succede che stiamo vivendo una stagione di grande confusione politica. Ormai assistiamo da tanto tempo ad un lunga transizione che però non ha avuto, e non ha ancora, un approdo definito. In questo lungo periodo sono stati fatti partiti fai-da te, movimenti personali, frutto di notabilati politici e clientelari, sempre nel nome dell’antipolitica. E questo virus si è dffuso soprattutto nelle aree depresse del Mezzogiorno, dove ancora c’è una debole vocazione democratica. Ma se il sistema dei partiti collassa, non oso pensare a cosa potrebbe succedere alla democrazia”.

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Anche nel Pd, però, non mancano gli orientamenti diversi….
“Come già detto altre volte a giugno il nostro partito tirerà le somme del lavoro svolto e si preneranno le conseguenti decisioni. Organizzeremo una grande consultazione in modalità ancora da definire, ma partendo dall’assemblea che è frutto della volontà dei nostri elettori, essendo stata eletta con le primarie e con una grande partecipazione della base del Pd”.

Il Pd ha contribuito in modo decisivo alla stesura della manovra economica: quali saranno ora le riforme che il vostro gruppo assembleare intende condurre in porto?
“Innanzitutto ci impegneremo affinchè le importanti norme che abbiamo approvate vengano effettivamente applicate, diventando a tutti gli effetti operative. Poi intendiamo intervenire sul settore della formazione professionale che, come visto in questi giorni, si ta rivelando un vero inferno, un manicomio. Intendiamo trasformare questo ambito, facendolo passare da uno stipendificio ad un luogo di vera produttività e utilità.”

Proprio in queste ore si sono, inoltre, alzati i toni della protesta dei precari di tutta la Siclia che invocano al più presto le attese stabilizzazioni. Come se ne esce?
“Percepisco un certo agitazionismo diffuso, anche se non ho capito ancora quale sia il punto d’arrivo. Purtroppo abbiamo ereditato dalle amministrazioni precedenti un precariato diffuso e confuso. Bisogna mettere ordine anche in questo settore, guardando ad una prospettiva di stabilizzazione, ma con grande attenzione e senza assunzioni a
tappeto, perché rischiamo un vero default finanziario. Altro che Grecia”.

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20 Maggio 2010, 11:38

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