Cristina, cento anni a Palermo

Cristina, cento anni a Palermo: “Soffro tanto per i poveri bambini di Gaza”

Il compleanno, i ricordi di una vita, il presente
IL COMPLEANNO
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Cento anni compie oggi la Signora Cristina Scimonelli Culella, a Palermo. Le porgiamo affettuosissimi auguri e inanelliamo i suoi ricordi, come se fossero fotografie, in bianco e nero o a colori, nell’album. Con le sue parole lucidissime e precise.

“Tempo di guerra. Sto per prendere la corriera ad Altofonte. Inciampo e per poco non cado. Mi sorregge un ragazzo bellissimo che spalanca le braccia per afferrarmi: ‘Signorina, si accomodi’. Il mio Giacomino, mio marito, il mio grande amore, l’ho conosciuto così. Sono vedova da cinquantatré anni. Mi manca sempre tanto”. (nella foto)

Secondo scatto. “La guerra, sì… non c’era nulla, se non con il contrabbando. C’erano i bombardamenti e si moriva per la carestia. Non si dormiva per la paura, si correva al ricovero…. Soffro tanto quando vedo le guerre di oggi in tv, ma cambio subito canale. Mi si spezza il cuore per i poveri bambini palestinesi che muoiono di fame a Gaza. Noi che abbiamo patito, sappiamo com’è”.

“Ho lavorato per qualche anno. Mi occupavo delle pratiche dei nostri emigranti che andavano in Germania come muratori. All’epoca, i migranti eravamo noi. Non ho mai dimenticato le facce e le storie di disperazione”.

Le foto si susseguono. “A Ottant’anni mi sono iscritta all’Università. Purtroppo, per problemi familiari, non ho proseguito negli studi. Posso ritenermi soddisfatta. Ho dei figli meravigliosi che sono affettuosissimi con me”.

Ancora un ricordo, nella chiacchierata, ma stavolta è del figlio, Ivano. “Questa storia familiare mamma non può averla memorizzata direttamente, si tramanda – sorride -. Quando era piccola, ai tempi del fascismo, il nonno nascondeva ‘L’Unità’ nella sua culla”.

Tutte immagini, persone, esistenze, in quell’album sconfinato. Oggi si festeggia con la famiglia, al ristorante. Ci sarà la torta con le candeline di prammatica. E saranno cento anni, in un soffio, per cento anni ancora.

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