Trapani, Gallo e gli altri morti: la sanità e l'attesa della vergogna

Cristina Gallo e gli altri morti: la sanità e l’attesa della vergogna

Il triste record riguarda un paziente: 10 mesi per una biopsia

PALERMO – Storie di uomini e donne, di malati che hanno atteso per mesi un referto nella speranza che non venissero confermati i cattivi presagi. Ed invece quando sono stati consegnati spalancavano il baratro della sofferenza.

Ed è proprio sul quando, sulla tempistica degli esami istologici che si indaga. Hanno inciso sull’aggravamento delle patologie, sulla capacità di risposta alle cure? Sono gli interrogativi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Trapani.

L’inefficienza del sistema sanitario siciliano nel reparto di Anatomia patologica dell’ospedale di Trapani è comunque una certezza.

Nove casi sotto inchiesta

Sono nove i casi su cui si indaga, tre dei quali con il più drammatico degli epiloghi: la morte del paziente. Come nel caso della professoressa di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, che denunciò lo scandalo. La operarono per un fibroma all’utero il 14 dicembre 2023 all’ospedale mazarese. L’esame istologico eseguito nel presidio di Castelvetrano fu consegnato ad agosto 2024.

Il caso limite: 10 mesi per una biopsia

Il triste record di attesa riguarda un altra vittima dei pazienti. Operato il 4 aprile 2024, reperto consegnato per l’istologico a Castelvetrano il 25 ottobre, refertato il 6 dicembre 2025 e consegnato i primi giorni di febbraio. Dieci mesi, un tempo inaccettabile. Aveva un carcinoma, non è riuscito a sconfiggerlo.

La terza vittima attese cinque mesi prima di sapere di avere un adenocarcinoma al IV stadio. “Lo stadio di avanzamento della malattia non consentiva – scrivono i pm di Trapani – di praticare alcuna terapia oncologica ma solo delle cure palliative con conseguente decesso in data 13 dicembre 2024”.

Per ognuno dei nove casi su cui si indaga gli inquirenti ripetono “malgrado il rilascio di detti referti dovesse essere compiuto senza ritardo, per ragioni di sanità”. Sotto inchiesta ci sono 19 persone, fra medici, infermieri e tecnici di laboratorio.

Tempi di attesa inaccettabili, specie se paragonati ad un caso in cui la sanità trapanese mostrò, al contrario, la sua capacità di offrire una risposta veloce. Il paziente si chiamava Matteo Messina Denaro. Al padrino qualcuno avrebbe garantito una corsia preferenziale.


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