Una morte in solitudine, che sarebbe avvenuta per cause naturali, ma della quale ancora non si conoscono le circostanze. E’ l’ipotesi più probabile formulata dagli investigatori per la morte di Antonino Donato, 40 anni di Petrosino (Trapani), che sarebbe avvenuta a Madrid il 18 gennaio 2017, ma della quale i familiari hanno avuto notizia dallo locale questura solo due anni dopo. Forse per un errore di trascrizione del nome da parte dell’ospedale che ne aveva registrato il decesso. Tuttavia, per averne conferma, si attende la risposta dell’autorità giudiziaria spagnola, alla quale si sono rivolte le autorità consolari italiane.
Contattata dai familiari di Antonino Petrosino, lo scorso 19 dicembre, l’ambasciata d’Italia a Madrid si è immediatamente attivata per contattare l’ospedale universitario Fondazione Jimenez Diaz, dove sarebbe deceduto Antonino Donato. Emigrato da anni in Spagna, il 40enne di Petrosino da tempo non dava notizie ai congiunti e non risultava iscritto all’anagrafe consolare dei residenti all’estero (Aire), per cui non aveva un domicilio conosciuto. Dopo averne denunciato la scomparsa, i familiari erano rimasti in attesa di sapere cosa fosse accaduto. Fino a quando non sono stati convocati giorni fa dalla Questura per il riconoscimento fotografico della salma.
Per le autorità spagnole, Antonino sarebbe morto per cause naturali. Tuttavia alla comunicazione non è stato allegato alcun certificato medico, né è stata indicata la localizzazione della salma, che sarebbe stata sepolta a carico del Comune di Madrid. Inizialmente la data del decesso indicata ai congiunti è stata quella del 18 gennaio 2018, solo successivamente retrodatata di un anno. Questa circostanza assieme al fatto che, secondo fonti investigative, l’ospedale dove Antonino è stato portato avrebbe registrato per sbaglio un cognome errato, avrebbero ritardato l’identificazione della famiglia d’origine. Dopo aver contattato l’ospedale, le autorità consolari italiane hanno chiesto all’autorità giudiziaria spagnola l’intero fascicolo relativo al connazionale: la cartella clinica, il referto dell’esame autoptico compiuto dal medico legale e il luogo di sepoltura della salma, per sollecitarne l’esumazione e aiutare i familiari di Antonino Donato al trasferimento in Italia. Il fascicolo, nuovamente sollecitato ancora ieri dalle autorità consolari, in continuo contatto con la famiglia di Donato, servirà a chiarire anche altri aspetti della vicenda.
Secondo le fonti investigative, gli ultimi mesi di vita sarebbero stati di solitudine e non escludono che Antonino li abbia trascorsi in strada. A rivelare la notizia della sua morte era stato due giorni fa su Facebook il sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, chiedendo verità sulle circostanze del decesso.
(ANSA)