14 Marzo 2018, 20:23
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SIRACUSA – Una gara “truccata”, una tangente “fatturata”, secondo la Procura di Messina che ha descritto un sistema ben oleato, all’ombra della politica, del quale non si è accorto neanche il fiuto “sbirresco” di Rosario Crocetta. L’ex governatore è estraneo alle indagini sugli appalti del Consorzio autostrade siciliano, che riguardano, al contrario, persone a lui vicinissime, come l’avvocato Stefano Polizzotto, ritenuto insieme ad altri amministratori dell’epopea del centrosinistra a palazzo d’Orleans, protagonista – secondo le ipotesi degli inquirenti guidati dal Pm Maurizio De Lucia – di un “sistema corruttivo” caratterizzato da “una spregiudicatezza criminale non comune e un radicato disprezzo per il rispetto della legge”.
APPALTO MILIONARIO – Duecentocinquantamilioni di euro. È questo il valore della Siracusa – Gela, autostrada attesa da 40 anni che doveva collegare la città di Crocetta con il resto del mondo. Nella procedura di aggiudicazione dell’appalto, che ha portato anche all’esclusione della Tecnis, impresa dei catanesi Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, Polizzotto avrebbe avuto un ruolo determinante “per rimuovere ostacoli e problemi inerenti – scrivono i magistrati – l’iter politico amministrativo dell’appalto”.
Il 28 luglio del 2015 le cimici degli inquirenti registrano la conversazione tra Giacomo Pacelli, legale di Condotte, l’impresa che “vince” la gara e Giuseppe Irace, Project manager di Condotte. I due parlano proprio della consulenza affidata in sub appalto a Polizzotto. Dice Irace: “Nei ricorsi…là c’è scritto Stefano Polizzotto…no!?…Mo…chiunque legge Stefano Polizzotto…vede chi è Stefano Polizzotto…e vede che Stefano Polizzotto…è una persona molto ammanicata… con la Regione Sicilia… ex consulente della Regione Sicilia… ex consulente del CAS… cioè…”. Il legale di Condotte aggiunge: “Qualche domanda te la fai…”.
Il project manager di Condotte sembra consapevole dell’esistenza di indagini in corso per “turbativa d’asta, parliamo di turbativa d’asta…no…turbativa d’asta significa….vuol dire che ci sta… qualcuno che ci ha favorito o ha favorito qualcuno in cambio di qualche cosa… Loro devono capire qual è il mezzo di ritorno…loro hanno intuito che c’è potuto essere stato un favoritismo… no!?…Anche se non l’hanno dimostrato ancora… almeno che qualcuno non se le cantata…no!?…Io non lo sò se c’è stato o meno un favoritismo… però se il favoritismo… se loro hanno sgamato il favoritismo…”.
Tutto legittimo, invece, secondo l’avvocato di Polizzotto, Vincenzo Lo Re: “Appare del tutto infondata ogni tesi accusatoria secondo cui i pagamenti in favore dello studio Polizzotto-Sartorio non corrispondano ad effettive prestazioni professionali, per di più remunerate solo parzialmente”.
DAL MEGAFONO AGLI INCARICHI – Il Consorzio autostrade siciliano dal 9 ottobre del 2013 era amministrato da Rosario Faraci, gelese nominato dal governatore Crocetta. “Ho conosciuto il presidente Faraci a Gela – dice Polizzotto sotto interrogatorio – in quanto collaboratore del presidente Crocetta, di cui sono stato consulente per 10 anni e nel 2012 abbiamo collaborato insieme nella creazione del movimento ‘il Megafono’ e abbiamo seguito la fase di presentazione delle liste. Nel 2013 il presidente Crocetta mi aveva incaricato, nella mia qualità di capo della segreteria tecnica della presidenza, di acquisire un suo curriculum per conferirgli un incarico”.
Non un consulente qualunque, Polizzotto è stato a lungo l’ombra di Crocetta, certamente fino al giugno 2014 (quand’era consulente giuridico amministrativo “per le problematiche trattate dagli uffici di diretta collaborazione dell’onorevole presidente”) e non solo fino al 2013, come ha ricordato l’ex presidente della Regione dopo il suo arresto. Ed è proprio mentre è al fianco di Rosario Crocetta che Polizzotto conosce Duccio Astaldi, presidente del consiglio di gestione della Condotte Spa e Nicola Armonium, ritenuto “gestore di fatto” della Pachira Partners – società che veicola le consulenze in subappalto finite nel mirino della Procura di Messina – e “intermediario occulto tra Condotte e Cas”.
Siamo nel 2013, è proprio Polizzotto a raccontarlo ai magistrati: “Avevo conosciuto nel 2013 l’ing. Astaldi, durante una riunione presso la regione siciliana, alla quale lo stesso venne accompagnato dal dott. Armonium, riunione che si svolse mentre ricoprivo la funzione di capo della Segreteria tecnica del presidente della Regione, in occasione di una conferenza di servizi per it porto di Lipari”. Polizzotto assume per una breve consulenza il figlio di Armonium, un anno prima, invece, aveva conosciuto Gazzara, commissario straordinario del Cas, che lo aveva nominato consulente dell’ente regionale, proprio mentre era capo segreteria tecnica del Presidente della Regione.
Anzi, secondo l’avvocato, anche la nomina dello stesso Gazzara, finito agli arresti, è il frutto, nonostante qualche tentennamento, della volontà di Crocetta: “La scelta di GAZZARRA a Vice Presidente del CAS – dice Polizzotto durante l’interrogatorio – è stata fatta dal presidente della regione, che aveva qualche perplessità in merito, ma che Faraci ha voluto fortemente giustificando la sua nomina in quanto memoria storica del consorzio. All’epoca io ero come detto nel gabinetto del Presidente Crocetta, come consulente”.
UN FIUME DI SOLDI – Nel giugno del 2015 Irace e Polizzotto vengono intercettati mentre parlano del fatto che la Regione può spendere fino a 60 milioni di euro in sei mesi e che può anticipare fino a 13 milioni di euro “tutti a valere sui fondi europei”. Gazzara parla con quello che gli inquirenti ritengono essere il dominus della Pachira, Nicola Armonium, mentre doveva verificare uno stato di avanzamento lavori: “Te lo verifico se Dio vuole oggi pomeriggio ..e ti dico se è depositato in che data è stato depositato … dove si trova in questo momento ..per clic importo è … mi segui? Ti do i dettagli!”. “E quanti dettagli – scrivono i magistrati – ha dato e darà nel tempo, e quanti aiuti illeciti ma ben compensati!”.
Il primo nodo sono le opere in variante, cioè variazioni rispetto all’appalto che comportano nuovi costi. L’ingegnere Puccia, direttore dei lavori, intercettato con la moglie, il 14 giugno racconta che il direttore generale del Cas Pirrone aveva minacciato di inviare all’Autorità anticorruzione tutti gli atti dell’appalto lasciando intendere “che Irace e l’ex direttore dei lavori di Technital avessero un accordo occulto sulle varianti tecniche dei viadotti”.
Il 28 gennario, 13 giorni dopo, Irace parla di una riunione con “successivo rinfresco alla presenza di Crocetta nei locali del cantiere”. Durante quella riunione con aperitivo, venne deciso di predisporre un atto ponte in attesa di un nuovo cronoprogramma. Controllore e controllato brindano insieme sulla scia dei fondi europei. “Si sono passati – dice Irace – sono passati…ehhh….abbiamo fatto questo incontro… tutti amici, parenti…. felici e contenti…(…) Si dovrebbe fare l’atto ponte, firmiamo l’atto ponte….mi sono permesso di dire… scusatemi è l’atto che ho scritto a novembre …e quindi… “. “La spinta politica è fortissima”, dicono. Subito dopo Irace concorda con D’Andrea che “per i vertici del Cas – scrivono i magistrati – la partita fosse troppo importante dal punto di vista politico, tanto che avrebbero programmato una serie di inaugurazioni in coincidenza con le consegne parziali delle principali opere e che, per questa ragione, avrebbero assunto un atteggiamento meno ostile nei confronti dell’impresa”.
L’INTERLOCUTORE SEGRETO – La magistratura sta indagando su un interlocutore segreto della Regione, di lui parlano a lungo Antonio D’Andrea, presidente del consiglio di gestione di Condotte e Irace: “Il discorso fatto con la persona che conosco io della regione è proprio questo… mo’ dobbiamo fare le cose… fra un anno non interessa più a nessuno del contenzioso capito…”.
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