Debacle Pd e nuovi equilibri |Enzo Bianco di nuovo alla prova - Live Sicilia

Debacle Pd e nuovi equilibri |Enzo Bianco di nuovo alla prova

Tra il bilancio e il Consiglio metropolitano, le gatte da pelare del primo cittadino.

CATANIA – Con un occhio ai danni del maltempo, si continua a contare quelli del voto referendario di domenica scorsa. Che ha incoronato Catania città, e provincia, dove il no ha fatto registrare le percentuali più alte. E’ in linea con il Paese, si dirà. Eppure è nella città etnea che si è organizzata la festa nazionale dell’Unità – e del sì, dato che l’argomento predominante è stato comunque il referendum. Sempre a Catania il presidente del Consiglio Renzi e i componenti del suo governo sono arrivati più di una volta. Senza contare che, alle falde dell’Etna, chi ha potuto – amministratori, politici, sindacalisti – si è schierato. In molti casi per il sì: lo ha fatto il sindaco in persona, lo ha fatto il vicesindaco. Di referendum hanno parlato i deputati regionali – qualcuno riempiendo oltre ogni immaginazione la sala grande delle Ciminiere – e quelli nazionali – ad esempio Giuseppe Berretta, ospite di incontri in più di un’occasione.

Insomma, a Catania i componenti e i simpatizzanti del Partito democratico, hanno fatto di tutto per convincere gli elettori, senza evidentemente riuscirci. Questi, i cittadini, hanno detto no: lo hanno fatto in centro come nelle periferie, con percentuali che sfiorano il 90 per cento a Librino. Un risultato da tradurre in bocciatura dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco? In bocciatura degli attuali governi locale, regionale e nazionale? Di quel partito della nazione che in salsa catanese sembra proprio aver fallito? Beh, le apparenze direbbero di no, ma le braci sotto la cenere della calma piatta sembrano ardere. E potrebbero portare nuove tensioni tra le fila della maggioranza dove, proprio in vista del voto referendario, era stata imposta una tregua.

Che ora, potrebbe incrinarsi e spezzarsi, soprattutto in aula dove, a breve, approderà il Bilancio. Una delibera delicata, non solo nella sostanza – si tratta del documento dove le spese dell’anno ormai al termine dovrebbero essere programmate – ma anche nella forma. Se non dovesse passare, infatti, sindaco e consiglio andrebbero a casa. Così ha stabilito l’Ars, approvando una mozione in materia di decadenza dei sindaci a seguito della mancata approvazione del bilancio, che di fatto conferma quanto contenuto nel comma 2 bis dell’art. 5 della legge regionale 11 agosto 2016 n. 17, congelato da una sentenza del CGA ma ritornato attuale con l’approvazione da parte dell’Assemblea siciliana.

Qualche alleato del sindaco, contando magari sui numeri in aula, potrebbe cadere nella tentazione di giocare un brutto scherzo al primo cittadino. Anche se sembra difficile che gli squilibrati equilibri in aula possano portare a tanto. Andare a casa non conviene a nessuno, al momento. Se non altro perché c’è ancora da votare il Consiglio metropolitano. Anche nelle elezioni di secondo livello dei consiglieri della Città metropolitana, che chissà quando saranno convocate, si gioca un’importante prova di forza che potrebbe riassestare il quadro politico pre referendario. E poi perché manca poco per il voto delle regionali che, se si andasse a elezioni politiche anticipate, potrebbero davvero riservare qualche sorpresa.

Insomma, la vittoria del No al referendum, se difficilmente può essere tradotta con una “vittoria” delle forze di centro destra, dei pentastellati e della sinistra più radicale, potrebbe essere letta come la “sconfitta” di una compagine di governo che, forse, non suscita più tutti questi consensi. Che, forse, nonostante convention strapartecipate e pullmini pieni di persone, non riesce più a parlare alla base, né ad ascoltarla. Una situazione che potrebbe, se già non lo ha fatto, favorire le spinte centripete, oltre che il Movimento 5 Stelle. Lo conferma una esponente del Pd cittadino, che non fa mistero di alcune lacune dei democratici che andrebbero colmate. “La sinistra, quella vera, le periferie le ha abbandonate da decenni e per esperienzia vissuta sulla mia pelle ha lottato e lotta perché nessun seme di buona politica germogliasse tra le persone che più hanno bisogno – scrive Sonia Messina sulla propria pagina Facebook. Per favore – aggiunge – abbandoniamo le vecchie retoriche e caliamoci nella realtà del 2017 ormai alle porte”.

 

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