PALERMO – Giorgio Pace, ex sovrintendente della Foss, “nel mirino” del nuovo consiglio di amministrazione dell’ente guidato dal forzista Stefano Santoro. “Ho sentito dire che c’è chi lo rimpiange per la sua gestione oculata e attenta che avrebbe permesso di rilanciare la Fondazione. Io non riesco proprio a capire di cosa parlano! Senza contributi pubblici questo ente non può andare avanti”. Senza mezzi termini, il presidente del Cda dell’Orchestra sinfonica siciliana spulcia dati economici, registri e bilanci e annuncia procedimenti legali. “Sono perplesso – commenta però Pace – sulle accuse che mi rivolgono e che rispedirò al mittente mi piacerebbe davvero avere un contraddittorio pubblico”.
Le cartelle esattoriali
Una delle questioni più urgenti e spinose da affrontare riguarda due cartelle esattoriali consegnate alla Foss lo scorso 6 maggio, per un totale di oltre 600 mila euro. “Le quietanze – spiega Santoro – erano arrivate il 12 dicembre 2017 e il 6 dicembre 2018, allora mi chiedo: come mai, nell’ambito di una diligente amministrazione e in corso di ripianamento dei debiti, così come viene proclamata, non si è agito per evitare questo ulteriore indebitamento? Si sarebbe potuto procedere con le forme conciliative previste e invece oggi siamo stati costretti a nominare un avvocato tributarista per attenuare il danno”. “Le cartelle di cui parla Santoro – si difende Pace – si riferivano al 2014, per tasse non pagate e trattenute ai dipendenti. Quando mi sono insediato ho trovato debiti altissimi e abbiamo rottamato tutto quello che potevamo grazie alla legge del governo Renzi, ma non si possono rottamare gli avvisi. Queste cartelle che sono state consegnate il 6 maggio andavano prima verificate con l’Agenzia delle entrate. Hanno fatto le dovute verifiche?.”.
Le indennità di Pace
Un’altra questione, poi, è nell’agenda del presidente Santoro, tanto che un paio di settimane fa il Cda della Foss ha deliberato di dare il via un’azione legale contro Pace. “Riteniamo – è la posizione di Santoro – che abbia percepito, illegittimamente, un’indennità più alta rispetto al tetto stabilito dalla Regione, oltre al fatto che, essendo in quiescenza, per la legge Madia non avrebbe dovuto proprio percepirla un’indennità. Per queste ragioni, abbiamo stabilito di portare avanti un’azione legale per il recupero delle somme che si ritengono illegittime e per il risarcimento del danno nei confronti dell’amministrazione, anche come richiesto dall’assessorato al Turismo”. Con una delibera del 2016, l’allora Consiglio di amministrazione dell’ente accordò al sovrintendente Pace una retribuzione annua lorda di 120 mila euro, ma il ragioniere generale della Regione, Giovanni Bologna, ha risposto a una richiesta di chiarimenti del nuovo Cda della Foss spiegando che il tetto non poteva superare i 100 mila euro.
“So che hanno affidato a un professionista l’incarico di valutare se procedere o meno nei miei confronti. È una questione molto delicata e complessa – dice Pace – che si gioca sul filo di lana dell’interpretazione della Madia, ma io sono sicuro dei fatti miei. Nessuno mi può chiedere soldi indietro. La diatriba è sulla mia età, per sapere se, a quella data, io potevo o non potevo avere l’indennità”.
“Il compenso che l’architetto Ester Bonafede percepirà – si legge in un comunicato – sarà di 70 mila euro lordi annui, al di sotto del tetto previsto per i precedenti sovrintendenti che si sono succeduti in questi ultimi anni alla Foss. È tuttavia previsto un premio di produttività che sarà assegnato solo se saranno raggiunti alcuni risultati che avrà stabilito il Cda”.
Le visite guidate al Teatro Politeama
Altro nodo da sciogliere è quello delle visite guidate al Teatro Politeama, gestito da una società esterna fino all’insediamento del nuovo Cda. “Inammissibile – tuona Santoro – che sia stato affidato senza una gara di evidenza pubblica e che sia stato concesso alla ditta prescelta il 50 per cento degli introiti. Faremo luce anche su questa vicenda, perché abbiamo ragione di ritenere che si sarebbe dovuto affidare attraverso una gara di evidenza pubblica, come previsto dalla legge”. Anche per questo l’ex sovrintendente Pace ha da ridire: “Ho raccolto dei preventivi e fatto delle ricerche di mercato, poi abbiamo scelto di agire in questo modo. Avere tre persone per tutto il giorno che potessero fare da guide in tre lingue diverse sarebbe stato certamente più caro per l’ente, rispetto alla soluzione da me trovata”.
Le cause in corso e la rinuncia “obbligatoria” di Bonafede
“Dopo il responso degli avvocati incaricati, se ci saranno presupposti, presenterò anche un esposto alla Corte dei Conti perché ci sono elementi in tutte queste vicende che secondo me meritano attenzione e approfondimenti”, chiosa Santoro. Insomma, la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana potrebbe ritrovarsi a breve coinvolta in alcuni contenziosi legali che la vedrebbero contrapposta all’ex sovrintendente. Esattamente come era già successo tra l’ex amministrazione e la Bonafede, che presto, dopo essere stata scelta tra decine di curriculum eccellenti, dovrebbe tornare a guidare la Foss. Perché il contratto possa stipularsi, “non devono riscontrarsi situazioni di conflitto di interessi né la sussistenza di procedimenti pendenti nei confronti dell’ente”, spiega l’avvocato Santoro, citando la delibera del Cda. Quindi, entro pochi giorni, l’ex assessore centrista di Rosario Crocetta dovrà rinunciare ai procedimenti che ha intentato contro la Fondazione, altrimenti non potrà firmare il nuovo contratto da sovrintendente.
LEGGI ANCHE
La guardia di finanza nella sede della Foss