Dirigenti retrocessi, per i ricorsi| il Comune “rischia” 15 milioni

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18 Aprile 2013, 17:29

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PALERMO – Quindici milioni di euro: tanto potrebbe ritrovarsi a pagare il comune di Palermo nel caso in cui perdesse i ricorsi che sei ex dirigenti ingegneri, degradati a funzionari, hanno intentato nei confronti di Palazzo delle Aquile. La vicenda risale al dicembre del 2011, quando l’allora amministrazione guidata da Diego Cammarata decise, in seguito a una sentenza del tribunale, di annullare gli effetti di un concorso interno del 1997 per dirigenti tecnici indetto dall’allora amministrazione Orlando.

Una decisione che portò otto dirigenti, di cui però uno già in pensione (Francesco Militello) e uno sospeso dal servizio e dalla retribuzione per noie giudiziarie (Antonio Martinico), a tornare funzionari lasciando il Comune con alcune posizioni dirigenziali scoperte e con i ricorsi pronti a partire. E oggi, dopo quasi un anno e mezzo, la vicenda torna d’attualità grazie a una nota del settore Risorse umane inviata ai massimi vertici politici e amministrativi di Palazzo delle Aquile.

“I sei ricorrenti – scrivono le dirigenti Lucetta Accordino e Rosa Vicari – espongono di aver subìto un danno dall’amministrazione comunale che ha bandito un concorso poi dichiarato illegittimo e assumono di essere stati penalizzati per colpa grave dall’amministrazione comunale”. I ricorrenti sono Girolamo D’Accardio, Bruno Orlando, Sergio Romano, Vincenzo Polizzi, Concetto Di Mauro e Vincenzo Costa e le richieste di risarcimento sono di 2,5 milioni ciascuno, oltre interessi e spese, quindi minimo 15 milioni in tutto.

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“Siamo di fronte a una vicenda paradossale – commenta il capogruppo del Pdl Giulio Tantillo – che sarebbe stato meglio sanare. Non è stato corretto, all’epoca, trattare i dirigenti in quel modo, la situazione andava affrontata e risolta diversamente. Tanto che adesso il Comune si ritrova senza dirigenti”.

 

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18 Aprile 2013, 17:29

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