Così si umiliano i colori |Ultimo posto a un passo

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10 Aprile 2017, 08:30

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PALERMO – Neppure l’orgoglio. Il Palermo entra in campo già sconfitto contro un Milan che si limita a svolgere il compitino e riesce comunque a travolgere una formazione derelitta, senza mordente, senza cuore, senza corsa, senza idee. Senza nulla. Neanche il più tenue segnale di vitalità, encefalogramma piatto. Costantemente nella propria metà campo l’undici di Lopez, in balia degli avversari nell’ingrato compito di agnello sacrificale in anticipo di una settimana rispetto alla Pasqua. La comparsata dei rosanero a San Siro è finita nel momento stesso in cui l’arbitro Di Bello ha dato inizio alla gara. La sensazione è che il Palermo si sia approcciato al confronto con la Scala del calcio con la consapevolezza di tornare in Sicilia a mani vuote. L’Empoli scappa a +8 e il Pescara si avvicina: l’ultimo posto è ad appena una lunghezza.

E questa volta le comunque innegabili responsabilità della società, in attesa che il passaggio tra vecchio e nuovo si concretizzi, c’entrano ben poco. Il riferimento è ai calciatori. Perché l’impegno e la professionalità non possono venire meno, neppure nei momenti più complicati. Neanche la più debole delle squadre di calcio può presentarsi la domenica regalando come mesto spettacolo una manifestazione di impotenza, mista a spossatezza mentale, che finisce col deprimere l’ambiente. Parlare di uomini veri, di tristezza bandita, di lotta sino alla fine sa tanto di presa in giro nei confronti di una tifoseria che, con passione e giustificabile disappunto, continua a seguire le vicende di una rosa che, in realtà, ha già gettato la spugna. E magari con la testa già alle vacanze o al futuro lontano da Palermo.

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Le responsabilità vanno attribuite anche a Diego Lopez. Serviva un atto di coraggio da parte del tecnico uruguiaiano, a gara in corso. Magari inserendo qualche giovane promessa con un occhio rivolto alla prossima stagione: Marson (considerato il rendimento di Posavec prima e Fulignati poi) e Lo Faso, solo per fare un paio di nomi. E invece nulla di tutto questo. Chissà cosa ne penserà l’ex presidente Zamparini, che al termine delle due debacle contro Udinese e Cagliari era andato su tutte le furie, provando a muoversi per creare i presupposti per il primo esonero senza alcun ruolo attivo nel mondo del calcio. E chissà se accadrà qualcosa nelle ultime sette giornate di un campionato da paragonare a un’agonia, mentre mancano nove giorni al 19 aprile: la data entro la quale dovrebbe essere annunciato il nome della società che rileverà il Palermo. Non rimane che attendere.⁠⁠⁠⁠

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10 Aprile 2017, 08:30

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