CATANIA – Sono dieci i destinatari delle misure cautelari emesse dal tribunale di Catania e dal tribunale per i Minorenni (due di loro non hanno ancora la maggiore età) perché accusati a vario titolo “di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”. Il blitz è scattato nelle primissime ore della mattinata e ha riguardato l’area compresa tra Giarre, Mascali e Risposto del versante ionico della provincia etnea.
I nomi
I nomi degli otto maggiorenni. Il giarrese Ivan Privitera (classe 2022), già detenuto; Sebastiano Cavallaro, nato a Catania il 2003; Antonio Zammataro, catanese (1979); Giovanna Privitera, nata a Catania (1976). Sasha Sebastiano, della provincia di Bologna (1994); Ornella Marika Nicolosi, nata a Catania nel 2005; Mammino Vincenzo Pio, nato a Catania (classe 2005); Davide Raspa, nato a Taormina (Messina), nel 2000.
Operazione Caronte
L’indagine, denominata “Caronte”, è stata coordinata dalla procura distrettuale di Catania e della procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni.
Oltre 100 i carabinieri coinvolti nelle operazioni. L’attività d’indagine, svolta dai militari della stazione di Riposto su impulso della Direzione distrettuale antimafia di Catania (con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalla sostituta Michela Maresca), traeva origine dalla denuncia presentata da uno degli acquirenti abituali degli indagati.
Quest’ultimo si era rivolto ai carabinieri ai carabinieri perché vittima di un pestaggio. A seguito della denuncia, i militari hanno intensificato i controlli tra le case popolari di via Gaetano de Maio.
La presunta associazione
L’inchiesta avrebbe permesso di accertare che Ivan Privitera, sebbene fosse agli arresti domiciliari, avrebbe organizzato un mercato della droga. E riceveva sull’uscio di casa, anche di notte, gli acquirenti che compravano marijuana, cocaina, crack e hashish.
Indicato come il capo del gruppo e promotore dell’associazione, Privitera sarebbe stato supportato nella sua attività illecita da familiari conviventi. Ovvero, dalla madre Giovanna, dal fratellastro Sebastiano, dalla sorellastra Marika Ornella e dalcompagno della madre, Antonio Zammataro.
Il gruppo avrebbe continuato l’attività di spaccio anche dopo l’arresto di Zammataro e di Ivan Privitera.
Violenza e affari
I carabinieri hanno potuto, inoltre, osservare la metodologia violenta utilizzata per contrastare la concorrenza. Il volume d’affari della presunta associazione è stato stimato in circa 500euro al giorno (15mila euro mensili).
Ecco le immagini del blitz che ha portato all’arresto di 10 indagati.