CATANIA – Da un garage di provincia ai mercati globali del narcotraffico: i trafficanti di droghe sintetiche coinvolti nell’operazione Empire, in cui ieri sono state arrestate sei persone, utilizzavano tutti gli strumenti più moderni della comunicazione on line e della criptofinanza per entrare in contatto con gli acquirenti, finalizzare gli acquisti ed essere pagati in modo anonimo e non tracciabile. Al punto da ricevere recensioni positive per la professionalità sui portali del darkweb. Dai primi contatti alla spedizione della droga, tutta la catena del traffico internazionale.
“Un venditore serio di cocaina”
Nelle vendite di qualsiasi prodotto la credibilità è tutto, e a giudicare da quello che ancora oggi si legge on line su Giuseppe Mangiameli, identificato dall’inchiesta Empire come capo dell’associazione coinvolta nel narcotraffico, l’uomo aveva una solida reputazione da trafficante di Mdma e Cocaina. Il suo nome digitale xxxmafiaxxx, infatti, compare su Drug Road, portale di forum su tutto quello che riguarda la vendita on line di droghe, in un messaggio di un utente alla disperata ricerca di un contatto diretto con Mangiameli.
“Spero ci sia qualcuno che abbia il contatto diretto di mafia qui – si legge nel messaggio – stavo sviluppando un rapporto di fiducia con loro su Empire ed è sempre stato un ottimo venditore di cocaina e Mdma. Se qualcuno può aiutarmi a entrare in contatto sono disposto a pagare un po’ di bitcoin per l’aiuto”.
La catena degli acquisti criptati
La reputazione di xxxmafiaxxx si è costruita su Empire, un marketplace digitale del darkweb, ovvero un luogo che faceva da intermediario tra venditori e compratori di merci e servizi come droghe, malware, dati personali e prestazioni da hacker. Oggi Empire non è più on line, ma il suo meccanismo di funzionamento era simile a quello di altri marketplace della droga ancora esistenti: si scorre la merce, con foto e prezzi, e si sceglie la quantità di stupefacente desiderata.
A questo punto della transizione si entra in contatto con il venditore. Mangiameli, utilizzando il suo nick xxxmafiaxxx, invitava l’acquirente a spostarsi per le comunicazioni su Wickr, una piattaforma di chat crittografata con la possibilità di mandare messaggi che si autodistruggono dopo un certo lasso di tempo. Qui Mangiameli, che utilizzava il nome Mafiastar, definiva la compravendita: inviava fotografie della droga in spedizione, scambiava indirizzi, mandava il numero di tracciamento della spedizione internazionale dopo che l’acquisto era concluso.
Il pagamento e la spedizione
A questo punto il compratore e il venditore tornavano sul portale Empire, in cui avveniva il passaggio di soldi sotto forma di Bitcoin, la criptovaluta digitale. In questo caso il portale faceva da intermediario: riceveva i soldi da parte del compratore e, dopo averne trattenuta una piccola percentuale, li girava al venditore.
Solo in questa fase il commercio passava al mondo ‘fisico’: Mangiameli e la sua organizzazione impacchettavano la droga, che importavano dall’Olanda e stoccavano in un garage, la camuffavano in scatole di puzzle, custodie di giradischi o altri oggetti e la spedivano sotto falso nome agli acquirenti, soprattutto statunitensi e australiani.
La fine del portale Empire
Poi, nel 2020, il portale Empire sparì dal darkweb, spingendo gli utenti di xxxmafiaxxx a cercarlo in altri luoghi. I portali di compravendita sul darkweb appaiono e scompaiono di continuo, ma la sparizione di Empire, in particolare, fece rumore: secondo Bankinfosecurity si sarebbe trattato di un ‘exit scam’, ovvero di una frode in uscita. Il marketplace, dopo aver raccolto un numero sufficiente di bitcoin, ha spostato i soldi in portafogli offline, in valuta ‘reale’, ed è semplicemente scomparso nel nulla. Chi lo gestiva si è dunque appropriato di tutti i soldi che in quel momento erano accumulati nel marketplace.