PALERMO – Era il 2011 quando nello studio di un notaio palermitano fu perfezionato l’acquisto di una bella villa a Carini. Centotrentaseimila euro pagati con una sessantina di assegni circolari emessi da diverse banche. Quell’operazione doveva essere segnalata come sospetta ed invece tutto filò liscio.
Ora si scopre che i soldi provenivano dallo spaccio di droga. Il merito è dei finanzieri del Gico della polizia Tributaria di Palermo che hanno sequestrato la villa, ma anche due appartamenti riconducibili a Khemais Lausgi, 28 anni, tunisino di origini ma palermitano di nascita, attivissimo – così lo descrivono i finanzieri – nello spaccio di cocaina allo Zen 2. Un’accusa per cui è già stato indagato e alla quale ora si aggiunge l’ipotesi di riciclaggio che gli viene contestata dai pubblici ministeri Paolo Guido e Bruno Brucoli.
Sotto inchiesta ci sono una ventina di persone, comprese coloro che si sarebbero prestate al giochetto degli assegni circolari: andarono in banca con i soldi in contanti che aveva dato loro Lausgi e li ripulirono facendosi consegnare gli assegni circolari. La villa oggi vale molto di più dei soldi spesi per acquistarla anche in virtù di una profonda ristrutturazione. Immobile su due piani con scala interna, soffitti con travi di legno, piscina, zona solarium e barbecue: la villa di via Ponticelli farebbe felice la stragrande maggioranza delle persone che vivono di duro lavoro. I soldi, invece, Lausgi, che ufficialmente risulta disoccupato, li avrebbe accumulati diventando un punto di riferimento nel popoloso mondo degli spacciatori di cocaina.