Cosmi perde la partita | I rosa perdono la faccia

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03 Aprile 2011, 14:40

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Il Palermo perde a Catania con un rotondo quattro a zero. Si ritorna nell’abisso, dopo il golletto di Goian e l’assedio patito contro un Milan abulico. La partita l’ha persa soprattutto Cosmi. Il campionato è sfuggito di mano a Zamparini. La squadra si è adeguata all’andazzo scellerato. Serse Cosmi ha preparato la gara del “Massimino”, come quando andava col Perugia sul campo della capolista di turno. Un tecnico di provincia, sia pur bravo (detto col massimo rispetto), le trasferte calde le gioca in trincea, tra sacchetti di sabbia e siepi di concertina. Via i talentuosi arcieri, Miccoli e Pastore, per erigere una diga al centro. Mezzocampo di corsa e frombolieri guardinghi, col solo Bacinovic in assistenza agli scollegati Pinilla ed Hernandez. Errore culturale e tattico fondamentale. L’agonismo ha giovato al Catania, squadra modesta con pochi acuti. Cosmi ha affrontato a braccio di ferro i muscoli dell’avversario. E’ sceso in campo con la clava. Avesse scelto il fioretto, chissà… Di fatto, il buon Serse – lasciando i campioni in panchina – ha sacrificato il vantaggio tecnico indubitabile del Palermo, accettando il rituale maschio del cozzare di bulloni, con poco fosforo. La sconfitta è stata una conseguenza logica dell’antefatto errato.

Il Catania di Simeone? Compagine invero scarsetta, con un cuore grande e una desolante assenza di schemi. Per tutto il primo tempo, i rossazzurri hanno cercato una chiave monotematica per scardinare la serenità di un intonso Sirigu: il lancio verso Schelotto. L’unico campione, in quella ciurma che almeno combatte fino alla fine col pugnale fino ai denti, è il sontuoso Maxi Lopez. Attaccante ancor giovane, col gusto della rete e l’intelligenza tattica per reggere da solo l’attacco e ruggire. Chi lo prende fa un affare.

Primo tempo catatonico. Catania abbarbicato sugli spalti del fortino di Cosmi, ma incapace di trovare il pertugio. Rosa mai in grado di ripartire. Qualche allungo di Hernandez, un paio di tiracci alla “cupigghiopigghio” di Bacinovic. Portieri senza una goccia di sudore. Al quinto della ripresa il noto patatrac. Balzaretti appoggia di petto a Sirigu, confuso dall’arrembante Lodi – piede da favola, dinamismo da tartaruga azzoppata -, il pallone lemme lemme si infila in rete. Lo stadio dedicato al Cavalier Massimino ringrazia e sghignazza. E chissà come sarà stato contento il Cavaliere Angelo nella sua nuvoletta rossazzurra. Ti aspetti una reazione, un filino di vento a prua, un sussulto… Macché! Entra Pastore e scalcia un uomo a terra (sarebbe da espulsione). Il Palermo associa vecchi vizi a nuovi guasti. Bergessio in volata risorge e raddoppia, mentre i difensori panormitani telefonano a “Chi l’ha visto”. Cala il sipario sul flebile psicodramma rosanero. Il taccuino annota ancora il tocco da due passi di Ledesma e il guizzo di Pesce, a completare la quaterna. C’era un rigore su Pinilla, però poco importa.

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C’era una volta un Palermo fragile, ma prezioso, carico di speranze e capace di bellezze inattese. L’Italia pallonara si strofinava gli occhi, per incredulità. Parlava, meravigliata, dei ragazzotti di Rossi che esaltavano la sapienza della tecnica, tra folgorazioni e inciampi. Erano le gioie e i peccati della gioventù. Ora c’è un Palermo, decrepito, in balìa di se stesso, nel gorgo di un campionato anonimo. E’ la solita storia. E sappiamo anche perché. R.P.

IL TABELLINO
CATANIA (4-2-3-1): Andujar, Alvarez, Silvestre, Spolli, Marchese, Carboni, Lodi (al 25′ st Pesce), Schelotto, Ricchiuti (al 24′ st Gomez), Bergessio (al 20′ st Ledesma), Maxi Lopez. A disp. Campagnolo, Augustyn, Terlizzi, Morimoto. All. Simeone.

PALERMO (3-5-2): Sirigu, Munoz, Goian, Bovo, Cassani, Migliaccio, Bacinovic (al 7′ st Pastore), Nocerino, Balzaretti, Hernandez, Pinilla. A disp. Benussi, Andelkovic, Darmian, Acquah, Kurtic, Miccoli. All. Cosmi. Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno Marcatori: 3′ st. Balzaretti (aut.), 15′ st. Bergessio, 22′ st. Ledesma, 31′ st. Pesce. Ammoniti: Silvestre, Munoz, Pastore, Hernandez e Migliaccio.

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03 Aprile 2011, 14:40

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