PALERMO – Un impiegato comunale e un dipendente delle Poste d’accordo per incassare rimborsi Irpef e Inps di ignari cittadini. Su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e pubblico ministero Alessandro Picchi il giudice per le indagini preliminari Giuliano Castiglia ha imposto due divieti di dimora a Palermo.
Il primo riguarda Vincenzo Messina, dipendente dell’Edilizia Privata del Comune. E’ stato anche sospeso dal servizio per un’altra storia ancora da chiarire. In questa inchiesta risponde di accesso abusivo alla banca dati di Palazzo delle Aquile. Il dipendente delle Poste è Giuseppe Conigliaro prima in servizio in un’agenzia a Brancaccio e poi trasferito in piazza Principe di Camporeale. Per lui l’accusa è più pesante: peculato.
La vicenda ruoterebbe attorno ad un loro presunto accordo illecito che avrebbe consentito al dipendente statale di appropriarsi di migliaia di euro. All’ufficio postale in cui lavorava arrivavano rimborsi Irpef o assegni emessi dall’Inps. Il dipendente avrebbe chiamato l’amico al Comune per conoscere i dati dei documenti di identità che poi apponeva sulla ricevuta con tanto di firma del destinatario delle somme. Che a quel punto risultava avere incassato i soldi. Uno di loro ha scoperto il raggiro e si è rivolto ai carabinieri. Sono così iniziate le indagini dei militari del Nucleo investigativo del comando provinciale. La vicenda che riguarda Messina, solo omonimo del comandante della polizia municipale, si intreccia con un’altra faccenda che lo coinvolgerebbe e che gli è costata la sospensione dal servizio.
Nelle scorse settimane l’amministrazione comunale aveva denunciato alla Procura la sparizione di di alcune pratiche di sanatorie edilizie curate dallo stesso dipendente comunale. “In attesa di avere eventuali ulteriori comunicazioni di competenza dell’autorità giudiziaria – spiega il sindaco Orlando – ho concordato con il segretario generale l’immediata applicazione della sospensione dal servizio, salvo ulteriori e maggiori provvedimenti disciplinari che scaturissero a seguito dell’indagine in corso”.