Effetto Corini? No, solo morfina | Palermo, entusiasmo già svanito - Live Sicilia

Effetto Corini? No, solo morfina | Palermo, entusiasmo già svanito

Nono ko di fila, ottavo in casa: numeri sempre più gravi, cambia l'allenatore ma non la situazione.

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PALERMO – La nona è andata in scena, e una volta tanto non si parla della sinfonia composta da Ludwig van Beethoven. Il Palermo mette in fila la sconfitta consecutiva numero nove in questo suo disastroso campionato. Il record già fissato nelle scorse settimane, relativo al numero di batoste di fila nella storia della serie A a girone unico, è stato dunque ritoccato con la sfida interna contro il Chievo. E sempre a proposito delle gare disputate sul campo amico, un altro primato è stato aggiornato ieri: sono infatti otto le sconfitte consecutive incassate dai rosanero al “Barbera”, mai una cosa del genere era successa nella storia del club di viale del Fante. E come nel caso della già citata sinfonia del celebre compositore nativo di Bonn, anche in questo caso si tratta di una sinfonia corale. Non c’è, infatti, da girarci intorno o da andare alla ricerca di colpevoli nello specifico. Questo Palermo è il più povero, in termini tecnici e soprattutto psicologici e caratteriali, della quindicennale esperienza di Maurizio Zamparini al timone del club.

Una squadra che di suo avrebbe ben poco da dire sotto diversi aspetti, e lo si è visto già dall’alba di questa stagione con la vittoria ottenuta dopo 121 minuti – e per giunta con un tiro sporco di Chochev – al debutto in coppa Italia contro il Bari. E se alla già menzionata povertà della squadra, si aggiunge anche un vero e proprio bombardamento psicologico derivato dalle vicissitudini vissute da gran parte del gruppo nella passata stagione, dall’addio improvviso (ma forse non imprevisto) di Ballardini poche ore dopo il suono del gong di fine mercato e dalla lunga e fin qui ininterrotta serie di sconfitte consecutive accusate sul campo, il risultato che viene fuori nel complesso non può non essere a dir poco tragico, sempre restando nei confini sportivi. In casi del genere si è soliti dire “basta una vittoria per far passare tutto”, ma in questo momento sembrano mancare proprio i presupposti per ottenere il punteggio pieno in una gara da tre punti.

I soliti problemi del Palermo sono stati fin troppo evidenti anche nella gara di ieri. Una gara che sembrava preparata ad hoc per ottenere la vittoria tanto inseguita. Gli sconti sul prezzo dei tagliandi, il ritorno a casa di Corini, quello da avversario applaudito di Sorrentino, e un Chievo che arrivava al “Barbera” in condizioni di classifica tutt’altro che disperate. E invece tutti i buoni propositi sono rimasti fuori dai cancelli dell’impianto di viale del Fante. Squadra scialba, svuotata, priva di idee e di velocità di pensiero prima ancora che di gambe. La dimostrazione concreta di questa povertà di gioco, di idee e di fame può essere riscontrata nel primo quarto d’ora della sfida contro i “mussi volanti”: primi dieci minuti di buona intensità ma senza costrutto da parte del Palermo, e Chievo che alla prima verticalizzazione nella trequarti rosa infila con Birsa la palla dello 0-1. Da lì, solo depressione. Hiljemark si inserisce con i tempi giusti ma svirgola la conclusione, poi Quaison angola bene un colpo di testa ma Sorrentino ci mette la manona. E la fase offensiva del Palermo si racchiude in queste due occasioni, chiaramente sporadiche. Di quella difensiva sarebbe preferibile non parlare, ma è impossibile sorvolare sulle topiche di un reparto spesso responsabile delle cadute dell’intera squadra.

Il tanto decantato “effetto Corini”, dunque, sembra essersi trasformato in una semplice dose di morfina. Un breve ed effimero momento di sollievo, in cui qualunque cosa relativa al passato sembra volgere per il meglio, al quale fa seguito il ritorno delle fitte, dei dolori e delle urla strazianti, in cui i fantasmi del passato tornano a farsi sempre più ingombranti. Il gioco fluido, la compattezza, la sfrontatezza di affrontare una squadra ben più quotate: tutti elementi visti nei 90 minuti sul campo della Fiorentina e svaniti nel nulla solo dopo una settimana, quando sembrava che proprio il lavoro di gruppo sotto la guida del nuovo mister potesse rimettere in sesto i pezzi di un puzzle disposti in realtà alla rinfusa. E di certo non è questo il clima che può consentire al Palermo di condurre in porto una nave travolta fin qui dalla tempesta.

La domanda a questo punto sorge spontanea: il cambio alla guida tecnica sta dando dei benefici e ne darà in futuro alla squadra? Considerando che l’effetto ambientale è già chiaramente svanito, Corini avrebbe bisogno di un miracolo per portare in salvo una squadra che finora ha dimostrato di meritare la posizione in classifica che attualmente occupa. Il cambio in panchina non ha rinsaldato il gruppo nè restituito fiducia nei mezzi di ciascun elemento, aspetti per i quali non ci vuole poi chissà quanto tempo. Si dirà, allora, che il tecnico di Bagnolo Mella ha bisogno di rinforzi dal mercato per via di una squadra scarsa e spesso falcidiata da infortuni, ma si tratta dello stesso alibi che in pochi – anzi in pochissimi – hanno concesso a De Zerbi. Il tecnico ex Foggia è stato poi accusato di praticare un gioco troppo arioso e poco concreto, ma anche quel briciolo di possesso e di circolazione della palla sono spariti, in particolare nella gara odierna. Domenica si va a Marassi, sul campo del Genoa che ha dimostrato grinta, qualità e organizzazione tanto da stendere persino la Juventus: solo un lampo di orgoglio e di amor proprio può evitare un’altra domenica di dolore.


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