PALERMO – Un successo al limite delle proprie possibilità. Forse anche un pizzico oltre. Riuscendo persino a sfidare e a sconfiggere, finalmente, la sin qui stucchevole regola dei legni colpiti. Probabilmente un pari, a dirla tutta, sarebbe stato risultato più giusto per quanto visto nel corso dell’intera gara. Ma i tre punti fanno comodo e permettono al Palermo di iniziare nel migliore dei modi il proprio percorso in campionato. Contro il Genoa i rosanero mettono a nudo tutti (ma proprio tutti) i limiti figli dell’azzardata decisione di cominciare la stagione senza terminali offensivi, mal celata dalla soluzione pro tempore di affiancare Quaison a Vazquez.
Esperimento bocciato, nonostante la vittoria e i sorrisi. La formazione di Iachini soffre per i primi venticinque minuti di gioco, necessita di tutta l’esperienza di capitan Sorrentino per rimanere in piedi per poi colpire la prima traversa del torneo con Rigoni. Dopodiché si limita a tenere il campo giocando di rimessa e tentando di imbrigliare nella propria ragnatela i palleggiatori liguri. Che qualcosa non vada lo si intuisce quando il tecnico di Ascoli tira fuori Chochev per mettere dentro Trajkovski. Una sorta di segnale alla squadra: in questo modo non sta funzionando, resistiamo sino all’intervallo e poi vediamo cosa inventarci.
Il Palermo che torna sul terreno di gioco nella ripresa è ben altra cosa, pur dovendo selezionare circostanza dopo circostanza lo stoccatore capace di mettere in difficoltà Lamanna. Vazquez riuscirebbe anche a trovare la giocata vincente, se non fosse per la seconda traversa di una serata che via via comincia a prendere le sembianze di tante gare del precedente campionato. Ma all’ultimo respiro ecco il coup de théâtre: El Kaoutari si fa perdonare con una staffilata sotto la traversa un approdo in rosanero dai contorni traumatici e ricorda a Gasperini che, perlomeno da tecnico, il “Barbera” non gli porta bene. Ora si torni sul mercato: servono gli attaccanti. Sì, al plurale.