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Elezioni, ne resterà soltanto uno e dovrà salvare la Sicilia

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25 Settembre 2022, 06:00

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Giovanni lavora in un supermercato, a Palermo. Ci mette passione. Discute di salumi come se fossero opere d’arte e li conosce tutti. Il suo lavoro, come capita a chi lavora davvero, non lo abbandona mai. Se va in pizzeria, per esempio, si informa sulle materie prime di qualità e sui prezzi: vuole imparare e andare avanti. Ma i prezzi, di questi tempi, portano soltanto brutte notizie. L’ultima bolletta della luce arrivata al supermercato è stata una batosta. Giovanni ne parla preoccupato e dice, scherzando, ma non troppo: “Se continua così, dovremo chiedere ai clienti di venire con le torce, quando farà buio”. E torna ad affettare il salame.

Circa un mese fa, abbiamo raccontato un’altra storia palermitana Più di 22 mila euro di luce da pagare per il solo mese di luglio. “Più che una bolletta è stata un salasso”, spiegava Sandro Contorno, titolare del bar Albatros di Palermo. E aggiungeva con amarezza: “Dovrei triplicare i prezzi di tutti i prodotti per far fronte a queste spese, ma non posso vendere una brioches a nove euro. Non verrebbe nessuno”. Un imprenditore di Marsala ha accusato un malore da salasso. Pure da Catania – e non potrebbe essere diversamente – giunge l’eco di un disagio profondo che si sta trasformando velocemente in disperazione.

Oggi è l’election day siciliano che seguiremo con la nostra diretta. Si vota per le elezioni politiche e per le regionali. L’appuntamento è noto, ma una fulminea ricognizione, tra amici, conoscenti, passanti, cronache e letture, conduce a una idea sconfortante. In poche occasioni questa classe dirigente, che si reclamizza per un nuovo giro di giostra, si è connessa davvero con il dolore di chi attende una risposta. E, se lo ha fatto, ha utilizzato il registro della rabbia sociale che soddisfa appena il bisogno di sfogo. Oppure, abbiamo visto i soliti giochini delle candidature, stabilite a Palazzo, con una scarsa incidenza, già in premessa, nella vita concreta delle persone.

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Sono sei gli sfidanti per il posto a tempo determinato di Palazzo d’Orleans, con percorsi, carature e probabilità differenti. In ordine alfabetico: Gaetano Armao (Terzo polo), Caterina Chinnici (progressisti), Cateno De Luca (Sicilia Vera), Nuccio Di Paola (M5S), Eliana Esposito (Siciliani Liberi), Renato Schifani (centrodestra).

A uno di loro toccherà agire come un soccorritore della Sicilia, più che come un presidente, perché sono tramontati i giorni della politica comoda che si tesseva tra gli stucchi e i ricami del potere. Servono persone che sappiano esserci nell’immediato, in un contesto difficilissimo, e ragionare in prospettiva. Francamente, avendo già presenziato a diversi filmati di repertorio, contenenti auspici e grondanti ottimismo, non ce la sentiamo, in un’epoca di lacrime e bollette, di accodarci al filone delle narrazioni che additano un immancabile orizzonte. Perciò, ci limitiamo a porgere i nostri più cauti auguri a chi dovrà salvare e, soprattutto, a chi dovrà essere salvato. La speranza, almeno, è gratis. Per ora. (Roberto Puglisi)

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25 Settembre 2022, 06:00

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